
L'ode di Courrèges alla moda sperimentale per la collezione SS25 Quando retro-futurismo e minimalismo si incontrano in una danza ipnotica di stile e innovazione

Ieri, nell'ambiente freddo e austero del Carreau du Temple a Parigi, la presentazione della collezione SS25 di Courrèges ha riscaldato i cuori di tutti gli appassionati di moda e avanguardismo. Al suono soddisfacente di perline che si scontrano, avanzava la prima modella vestita con un cappotto a bozzolo in pelle nera, simile a un piccolo bruco dall'aura oscura, desideroso di emanciparsi dalla sua condizione. Il suono delle biglie si ritira dolcemente per lasciare spazio a Born Slippy degli Underworld, un ritmo techno degli anni '90 sul quale si susseguono le silhouette successive, in uno spettacolo tutto fluidità. Silhouette che si seguono e si assomigliano, ma che schivano stranamente la ridondanza, proponendo piuttosto un'evoluzione crescente e innovativa di una stessa idea. Cicli e ripetizioni sono i protagonisti principali dello show, l'estetica rétro-chic viene presentata sotto una nuova luce e il DNA spaziale della Maison Courrèges è rispettato, pur essendo arricchito da un tocco di modernità.
L'intera collezione è stata pensata e realizzata a partire da un unico punto di partenza: una cappa d'archivio in satin duchesse dalla sfilata FW62 di André Courrèges. Infatti, gli elementi dello Space Age che hanno dato a Courrèges il prestigio e la fama di cui gode oggi non potevano mancare. Alcuni elementi caratteristici della collezione Moon Girl, che ha segnato il decollo del marchio nel 1964, erano naturalmente presenti, come le strutture negli orli, i trench dritti o i top aperti sui lati con collo alto. Nicolas Di Felice, attuale direttore creativo di Courrèges, inizialmente aveva l'idea di presentare in questa collezione 40 modelli identici, ma ha presto cambiato idea, lasciando così spazio a un lavoro ciclico in cui evolve la sua versione moderna della cappa del 1962. Della sua interpretazione non esiste una sola ed unica versione: si trasforma incessantemente in cappuccio dai volumi esagerati, in abito a schiena scoperta, in pantalone pipistrello e molto altro ancora. Una ripetizione costante che sfida le leggi della noia e dimostra che variazione non fa rima con ridondanza. Le geometrie sono articolate, le forme sono padroneggiate, l'estetica è immacolata, e il pubblico è a bocca aperta. In questa collezione, Di Felice è riuscito a combinare passato, presente e soprattutto futuro attraverso il suo approccio sempre avanguardista e futuristico alla moda, il tutto mescolato a un minimalismo ultra moderno e all'inserimento di elementi post-apocalittici che ci fanno interrogare sulla dimensione spazio-temporale in cui ci portano le sue creazioni.