
La teoria degli opposti secondo JW Anderson Tra retrò e avanguardia
Le press release che accompagnano le presentazioni di JW Anderson ricordano tante volte le poesie di Gianni Rodari. Con leggerezza, frasi semplici ma efficaci traducono in parole una collezione ricca di metafore e di significati nascosti. Per la FW24, il designer ha portato alla London Fashion Week la teoria degli opposti - «per avere una cosa, bisogna riconoscere l’altra» - ma anche questa volta ha trovato ispirazione nel mondo pop e nostalgico della sua infanzia, avendo rubato alcuni codici stilistici dalla serie Last of the Summer Wine. Sebbene sia un riferimento alquanto di nicchia, riservato a chi ha potuto conoscere la televisione britannica tra gli anni ’80 e gli inizi del 2000, la femminilità della collezione è stata comunicata in maniera diretta e inequivocabile. C’erano giochi di proporzioni simpatici, distorsioni plastiche e accostamenti morbidi, maglieria “vecchia” e parrucche grigio nonna: l'inusualità, una costante nei design di JW Anderson, questo febbraio si è fatta un po’ più romantica.
Con ciò che il brand descrive come «Accenni di novità rivelati con delicatezza», la nuova FW24 di JW Anderson ha portato in passerella un patchwork di misure differenti, una serie di futuri trend che fanno funzionare felicemente la relazione apparentemente insolita tra avanguardia e retrò. Non si tratta dell’estetica space-age che ha fatto tremare le gambe alla moda negli anni ’60, neanche del mondo di Matrix degli anni ’90: Anderson ha prodotto una dimensione tutta sua, circoscritta tra una polo in lana spessa a righe e una tunica in rosa confetto che lascia intravedere i capezzoli della modella. In uno spettro di emozioni che esplora la comicità di una giacca da uomo dalle dimensioni anomale così come la praticità di un paio di shorts in cotone blu, ogni articolo della FW24 di JW Anderson ha uno scopo preciso nel futuro del brand. Tutto fuorché la parrucca da nonna. Forse.