
10 Year Challenge: i brand a distanza di un decennio Com’è cambiata l’estetica di cinque brand iconici
Dieci anni sono molti in una vita. Nella moda, corrispondo a un’era geologica. Tanto più che di questi tempi i direttori creativi arrivano e vanno via con la rapidità del vento. Ma è anche la moda che, come specchio dei propri tempi, cambia radicalmente, influenzata dai tira-e-molla del mercato, dalle maree dei trend culturali e, come sempre, dal freddo, concreto denaro. E ora che su TikTok la virale 10 Year Challenge sta portando le audience di tutto il mondo (celebrità incluse) a riguardare indietro verso i dieci anni fa, anche noi abbiamo voluto provare a farlo con alcuni dei brand che più sono cambiati nel corso dell’ultimo decennio. In generale, si nota come oggi la moda si rivolga maggiormente alla vita quotidiana mentre dieci anni fa in passerella si vedevano più abiti se non formali, comunque pensati per un'occasione. Il daywear sarebbe entrato in passerella qualche anno dopo, almeno nella forma in cui lo conosciamo. Dieci anni fa, poi, le singole caratteristiche identitarie dei vari brand si esprimevano attraverso dettagli più minuti e sottili piazzati in silhouette molto classiche; in questi anni invece le particolarità e differenze dei brand devono essere più esplicite, più visibili e se vogliamo immediate.
Per il nostro confronto, essendo il criterio dei dieci anni fondamentale, abbiamo dunque raffrontato le più recenti sfilate di ciascun brand nel 2023 con i loro corrispettivi stagionali di esattamente dieci anni fa. Le stagioni che considereremo, dunque, sono la scorsa SS24 e la SS14 di ognun dei brand presi in esame accorpando, per completezza e a seconda dei casi, anche le collezioni co-ed che hanno sfilato separatamente.
Burberry
Con queste due collezioni si vede benissimo il cambio di marcia di Marni, passato dall’eccentricità all’anarchia col cambio di direttori creativi. Per Consuelo Castiglioni, la donna Marni era ricca, colta ed eccentrica, i dettagli erano kitsch ma estremamente ponderati, vagamente agè ma calati in costruzioni iper-moderne; per Francesco Risso, la donna Marni è sicuramente meno alto-borghese, ugualmente elegante ma ferocemente anti-convenzionale. Se nella collezione di dieci anni fa l’eccentricità era sottile (abiti simili a kimono e sarong, accoppiati a infradito, stampe floreali dal sapore vintage, i cuoi traforati), in quella attuale tutti gli abiti sono più quotidiani e riconoscibili ma sono decisamente sovversivi, con proporzioni e colori che esplodono, orli vivi, materiali insoliti come il camoscio per le lunghe gonne, dettagli groovy molto anni ’70 mescolati a una sartoria assai più esuberante.