
La storia della Cargo-mania Dalle trincee alla passerella
Raramente un capo d’abbigliamento mette d’accordo il lusso e la strada quanto il cargo pant. Archetipo fondamentale del menswear, nato all’alba della Seconda Guerra Mondiale, questo modello di pantalone ha attraversato epoche, confini nazionali e generazionali, oltre che diverse subculture per diventare, oggi, forse l’unico pezzo di guardaroba su cui regni una sorta di universale concordia per il mondo intero. Dal lusso più elevato fino ai più plasticosi, scadenti prodotti di Shein, il pantalone cargo si muove (con le opportune modifiche) trasversalmente tra ogni categoria di mercato pensabile. E se in questa stagione il pantalone cargo ha sorpreso molti apparendo sulla passerella di Saint Laurent, complice una tempesta perfetta di amore per i pantaloni oversize, fascino per l’utility e trend del quiet luxury, il suo status nel mondo della moda è cambiato molte volte in quasi un secolo dalla loro prima apparizione non in passerella, ma nelle caserme britanniche di fine anni ’30.
Dal campo di fuoco alla strada
Il salto definitivo avvenne nel 2002 quando Nicholas Ghesquiere trasformò i cargo nella base di moltissimi look della SS02 di Balenciaga, staccandoli definitivamente dal mondo streetwear e sportivo e facendone un nuovo archetipo del lusso – anche se possiamo presumere che fossero largamente diffusi. L’anno successivo toccò prima a Jean Paul Gaultier e poi a Dolce & Gabbana con la loro SS03 popolarizzare i cargo pants con una collezione divenuta oggi iconica.
Il 2003 fu uno degli anni più importanti per la vendita dei cargo, unanimamente descritti come il capo più venduto della stagione primaverile insieme alla micro-gonna. Già a dicembre, però, il trend pareva saturo. Il modello comunque non sparì mai veramente dalla moda: i mall brand americani come Abercrombie & Fitch li avevano resi tanto popolari che era impossibile per i designer di moda evitare di crearne traduzioni di lusso. Tanto più che i cargo rimasero un pilastro dell’estetica streetwear, nobilitandosi via via e diventando, oggi, il modello più popolare per la Gen Z.
Di recente, le collezioni SS24 viste in America e nelle principali capitali della moda europee erano piene di pantaloni cargo, del tutto spogliati dalla loro essenza militaresca e divenuti, oltre che funzionali, anche ottime occasioni per esplorare la bellezza di tagli e drappeggi. Il caso più eclatante è stato di certo Saint Laurent, la cui ultima collezione era un’ode alla giacca sahariana (e alle sue tasche) e ha incluso nello specifico pantaloni cargo accoppiati a top trasparenti ultra-aderenti. In altri casi, invece, che vanno da Ferrari a Dries Van Noten, passando per Balenciaga, Junya Watanabe, Marine Serre e soprattutto The Attico, il classico modello cargo è diventato un campo di gioco per la fantasiosa disposizione delle tasche, il ricalibramento delle vestibilità (di recente, si preferisce la monumentale) e gli abbinamenti più particolari. A vent’anni di distanza dal loro anno-record, insomma, i cargo pants sono più che in salute che mai - e siamo pronti a scommettere che la loro popolarità non svanirà tanto presto.