Quando le passerelle sono bestiali Tutte le zampe della Fashion Week Men’s SS24

Zampe, zoccoli, e artigli; mai come adesso la moda ama il look animalier, preso alla lettera. Sulla stessa scia delle Tabi disegnate da Martin Margiela nel 1988 - che però guardavano anche alla cultura giapponese del 15esimo secolo - numerose nuove proposte calzaturiere mandate in passerella durante le ultime fashion week prendono ispirazione dalla forma un po’ ridicola delle zampe degli animali, scaturendo una vera e propria scissione di pensiero tra gli appassionati del settore: da un lato i seguaci delle nuove tendenze, sempre pronti a riconoscere in un nuovo look il suo potenziale, e dall’altro gli obiettori di tutto ciò che cerca di sfidare le convenzioni, sostenitori del tradizionalismo anche in un settore creativo come la moda. Nonostante le critiche di questi ultimi, i brand che hanno portato in passerella scarpe dalla silhouette bestiali sono stati così tanti, però, che sarà quasi impossibile fermare l'ascesa dell’estetica furry-chic.

JW Anderson 

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JW Anderson SS24
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Charles Jeffrey Loverboy SS24
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Charles Jeffrey Loverboy SS24
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Louis Vuitton SS24
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Louis Vuitton SS24

Da Louis Vuitton, le zampe d’orso erano ben più docili rispetto a quelle di Charles Jeffrey, morbide pantofole di peluche logate la cui suola imitava l’impronta di un urside, anch'essa logata e ripresa sui palmi di un paio di guanti. In fondo, il titolo della collezione era proprio LVers, cosa c’è più adorabile di un’orsacchiotto di peluche? Insomma, da Milano a Parigi sono state due settimane all’insegna della trasformazione animalesca. Chissà se anche la couture seguirà le stesse orme, letteralmente. Guardandoci indietro, in effetti, anche Daniel Rosberry aveva fatto lo stesso nel suo show couture di Schiaparelli dello scorso gennaio, quando aveva fatto sfilare sulla passerella pargina delle teste di animale che, nelle intenzioni del designer americano, dovevano omaggirare La Divina Commedia di Dante. Una scelte che all'epoca, ovviamente, non aveva mancato di generare polemiche.