
L'amore incondizionato e puro secondo Aurilio Quando la moda è un atto di fede
È un po’ insolito, ai tempi del quiet luxury, degli essentials e di qualunque trend stia spopolando in questi giorni su TikTok, che un brand tragga ispirazione da un immaginario antico ed esoterico come quello del Medioevo. Ma è quello che ha fatto Aurilio, un brand neonato che ha fatto il suo debutto lo scorso febbraio la cui scintilla iniziale si era già accesa nel maggio del 2021 quando, come ci hanno detto i suoi founder, Aurilio è nato «come un vero e proprio atto di fede». La storia di Aurilio è la storia di «un amore incondizionato e puro», che diviene il fondamento dei valori del brand fin dal suo nome. Come spiegano i founder infatti «Aurilio è il cognome delle madri dei due fondatori del brand. L’amore che li lega ad Aurilio è il motore per i nostri prodotti e la nostra storia fatta non solo di abbigliamento ma anche di valori, messaggi ed insegnamenti». Il brand è non solo tutto italiano ma ultra-locale, basato a Castellanza, in provincia di Varese, dove l'80% del team interno è nato e cresciuto. Questa zona è nota per la sua grande cultura del settore tessile, e questo ha spinto i fondatori del marchio a «tenere la produzione nella zona della Valle Olona per far sì che venissero rispettati i canoni della filiera a KM0».
Il mistero e l'ignoto sono presenti in modo sottile nelle collezioni di Aurilio, «come un'ombra» o «un'aura mistica» che ne circonda i design. E la collezione di debutto appena presentata vuole «da un lato sperimentare le potenzialità dell’alta moda e dall’altro offrire dei capi meno elaborati che si adattino alla perfezione a tutte le esigenze», utilizzando tecniche come l'up-cycling e la stampa 3D che uniscono la tecnica antica del riadattare tessuti usati e quella innovativa del crearli da zero. La scelta di adottare una palette di colori basica, basata sul bianco e sul nero, serve a creare un primo fondo neutrale su cui costruire progressivamente significati basati sulla storia e sulla simbologia con il proseguire delle collezioni. «Da sempre infatti, fin dal Medioevo, il nero è l’emblema del male, il bianco invece della purezza. Anche i pochi accenti di colore aggiunti alla collezione non sono casuali: Il giallo era associato ai reietti, ai diversi». Ma la ricerca culturale del brand si muove anche sui binari culturali della nobiltà: nobile è il fine delle scelte creative e di produzione del brand e nobile è il rispetto portato ai suoi valori e ai suoi prodotti. «L’estetica della collezione d’archivio si differenzia dalla parte ready-to-wear per la finalità delle due linee», spiegano i founder. L’idea è quella di gettare ponti tra passato e presente ma anche tra presente e futuro – richiamarsi all’immaginario del medioevo non significa relegarsi al passato. «L’impegno a far comunicare il passato con il futuro è rappresentato dalla componente digitale di Aurilio, aspetto che curiamo con altrettanta attenzione», spiegano. «Aurilio vuole inserirsi nel digital fashion e per far sì che questo accada disponiamo di una piattaforma meta che, a breve, darà la possibilità di indossare i capi digitali grazie alla tecnologia VR».