
I bellissimi nerd di Miu Miu Cardigan, occhiali, chignon incasinati – e Mia Goth!
Quando Mia Goth, moderna dea del cinema horror contemporaneo, ha aperto lo show FW23 di Miu Miu a molti suoi fan sarà venuto in mente l’iconico momento di Pearl in cui l’attrice grida a pieni polmoni: «I’m a star!» E il suo ingresso a sorpresa, in effetti, nei panni di una signorina scarmigliata con i collant indossati sopra il cardigan e una fragile, trasparente gonnellina a pois è stato quello che solo una vera star può fare lasciando il segno. Le sorprese (poi nemmeno tanto, Goth era stata il volto della campagna SS15 del brand quando era ancora giovanissima) non sono poi finite dato che Emma Corrin ha chiuso lo show incedendo sulla passerella con notevole spavalderia oltre che con indosso un paio di mutande fatte interamente di cristalli color topazio, un dolcevita beige e tacchi decolleté anni ’50. Altri notevoli membri del cast dello show sono stati il principe di TikTok Noen Eubanks e la cantante southern gothic Ethel Cain. In mezzo alle due giovani attrici si è dispiegata una vasta collezione popolata da nerd, topi da biblioteca, ragazze dei quartieri bene uscite al volo con la tuta e il cappotto per una commissione dell’ultimo minuto. La collezione era uno studio sull'idea dell'osservazione come riflessione e ripensamento delle categorie - gli strati di abiti invertiti, con l'intimo esposto o gli abiti di chiffon trasparente, invitano a osservare e ripensare l'ordine costituito di uno stile familiare e codificato. L'idea è quella di guardare qualcosa di insolito per scoprire combinazioni inattese. «Questa collezione esplora l’idea del guardare, il concetto che - attraverso uno studio attento - i capi possono essere trasformati sia nel modello che nel modo in cui vengono indossati», ha spiegato Miuccia Prada in una nota alla stampa. «Come la moda e il disegno possano cambiare le percezioni, anche di cose che pensiamo di conoscere. È un invito a riconsiderare».
Il diavolo si nasconde nei dettagli: abitini da cocktail fatti con la lana spinata dei cappotti e ricoperti di gemme, kitten heels con cinghie troppo lunghe, abitini in pelle, appliques di fiori e quei maliziosi slip ingioielliati del finale. Nella marea di giacche e di cappotti spicca il ritorno del classico loden – il più severo, medio-borghese capotto di tutti che però diventa vezzo dal sapore vintage come, del resto, se ne vedono a centinaia in giro per Milano combinati ai più diversi outfit. Ultima nota va alla palette dei colori, deliziosamente autunnale, che andava dall’austera comodità del nero e del grigio al calore dei beige fino al corallo, al senape, al viola, al verde e all’acquamarina. Le loro combinazioni non erano squillanti ma quiete – quasi esprimessero la volontà di esprimersi senza fare chiasso. Una palette sempre dinamica (grazie allo styling di Lotta Volkova che, sospettiamo, sia anche la responsabile di quegli occhialetti così simili a quelli di Nicole Kidman in Eyes Wide Shut) ma anche controllata, gestita con una misura che nell’epoca della moda strillante di oggi raramente esiste in una così bilanciata varietà.