
Who Decides War, un’onesta espressione d’amore Intervista a Ev Bravado e Téla D’Amore
Il ruolo di un direttore creativo, oltre alla produzione artistica, è anche quello di costruire una community fedele e coesa. L’operato di Everard “Ev” Bravado e Téla D’Amore per Who Decides War, un brand nato sulle basi di una partnership intima oltre che professionale, ci è riuscito mantenendo le sue fondamenta a New York, immortalando l'anima della città collezione dopo collezione. Con chiari riferimenti al contesto metropolitano e Hip-Hop in cui ha preso vita, Who Decides War prende il denim e lo strappa, lo colora e lo rende patchwork. E anche se ancorare l’immaginario del proprio brand al luogo di nascita è una scelta tradizionalista, permette di rivolgere lo sguardo altrove e sperimentare, senza dover sacrificare l’heritage artistico del proprio lavoro.
Con radici ben salde a New York, per la nuova collezione Who Decides War ha intrecciato il suo cammino con quello di Add, il brand italiano esperto in tecnologia tessile all’avanguardia e outerwear di lusso. Insieme i due marchi hanno creato una linea di parka, piumini e gilet voluminosi e soffici, delineati da rifiniture bianche e da funi sottili che sposano il mondo dello sport all’aria aperta con la vita urbana. «Abbiamo unito la visione della moda di Bravado e D’Amore alla nostra esperienza e tecnicità di prodotto,» spiega il CEO di Add Marco Corbellini, «In questa capsule genderless il nostro DNA si è mantenuto interamente, con caratteristiche dell’outerwear tecnico e di lusso che si riconosce in Add.» La collaborazione, parte integrante della collezione Fall Winter 2023 di Who Decides War, ha sfilato a New York il mese scorso, ed è stata celebrata nel corso della Fashion Week milanese all’interno del Dazio di Ponente dell’Arco della Pace, un edificio dalle linee neoclassiche illuminato per l’evento da luci soffuse e riproduzioni digitali dei capi disegnati da Ev Bravado e Téla D’Amore, proiettate con installazioni artistiche high-tech. Poche ore prima del lancio, Bravado e D’Amore siedono sui divanetti del Dazio per discutere “Politics As Usual.”
A questo punto dell’intervista, è ormai chiaro il rapporto di intesa reciproca tra i due, che si alternano nella conversazione con un ritmo lento e sicuro, dettato dalla consapevolezza che quello che sta per dire l’altro sarà la cosa giusta. Nonostante questo, lavorare insieme non è facile come fanno sembrare. «È difficile, ne parlavamo proprio ieri: le linee di comunicazione aperte sono d’obbligo,» dice D’Amore, ricordando il momento in cui con Bravado hanno capito che dietro alla loro relazione professionale c’erano sentimenti ben più profondi. «Abbiamo stabilito queste regole di base molto presto.» Questo forte senso di fiducia e trasparenza è trasmesso anche nella struttura aziendale del brand, in cui tutti hanno voce in capitolo. «Con le persone che vengono a lavorare con noi, è tutto o niente. In passato ho lavorato per aziende che mischiavano il lavoro al clima famigliare, può creare confusione, ma mi piace pensare che le persone nella stanza con me siano più intelligenti di me, le migliori in quello che fanno, quindi non vogliamo che le persone che lavorano per noi siano vincolate a noi, se hanno dei progetti su cui stanno lavorando, li supportiamo. È un dare e ricevere.»
Tuttora un’azienda di famiglia, Who Decides War e i suoi fondatori stanno ricevendo numerose opportunità di investimento, ma non si sentono ancora pronti a lasciare il comando a terzi. «In un certo senso, nessuno di noi due ha avuto questo tipo di formazione nel campo del design e della crescita aziendale, siamo molto autodidatti. Prima di espanderci in una posizione più grande, stiamo cercando di capire davvero cosa stiamo facendo come imprenditori e come persone destinate a crescere.» Dal discorso di D’Amore emerge grande positività rispetto al futuro, nel quale lei e Bravado sperimenteranno con altri media, dall’arte alla musica, per consolidare la community del brand e restituire a questa lo stesso supporto che ha dimostrato al brand fin’ora. L’immaginario di WDW narra una storia di guerra, religione e della vita urbana di New York, ma nel profondo, ha sempre espresso amore.