
Perché il colbacco è il vero trend di stagione Dalla declinazione da gendarme glamour di Gucci al twist venatorio di Burberry
Tra yeti boots e faux fur le passerelle degli scorsi anni hanno accolto i capi in pelliccia a braccia aperte, complice quel revival y2k che da tre anni a questa parte porta la Gen Z a incorporare accessori pelosi nei propri look, tra cinture e copriorecchie. Ma le passerelle della FW23 hanno visto trionfare un nuovo protagonista irsuto, il copricapo storicamente associato all’esercito sovietico: il colbacco anche detto ušanka. Dalla declinazione da gendarme glamour di Gucci al focus sull'abbigliamento venatorio di Daniel Lee da Burberry, alle mostrine applique di Nigo da Kenzo, passando per Dsquared2, Casablanca, Patou: i brand hanno dato la propria interpretazione di un trend destinato a invadere le strade e i feed, sulla scia del successo del Muppet Hat che nel 2021, da Rihanna a Rosalia, aveva ornato il capo dell’olimpo delle celebrity.
La passione della moda per gli accessori oversize si è spesso espressa tramite il colbacco, sin dagli anni ‘80, quando l’opulenza old money delle pellicce (oggi faux) veniva declinata anche nei copricapi. I colbacchi vitaminici della FW16 di Moncler Grenoble, in pendant con gli yeti boots, fanno eco al tripudio di colori, dal baby pink al bianco ottico, della FW94 di Chanel. Con la FW19 di Prada, gli ushanka hanno raggiunto l’apice dell’utilitarismo, realizzati in nylon e rivestiti internamente in pelliccia per essere allo stesso tempo caldi e impermeabili, quelli di Miu Miu FW17 erano più tondeggianti che squadrati, una declinazione del muppet hat memore degli accessori eccentrici della FW13 di Marc Jacobs. La FW01 di Saint Laurent era un omaggio al colbacco nella sua declinazione più classica, mentre è della FW10 di Martin Margiela il merito di aver portato l’accessorio alle sue proporzioni più estreme con una patina funebre data da un velo nero che copriva il volto dei modelli. Eppure, il più grande appassionato di colbacchi resta John Galliano, l’enfant terrible della moda che ai tempi di Dior ha esplorato forme e colori dell'accessiorio, dalla FW02 alla FW04, sino alle piume mastodontiche della Haute Couture del 2002. Siete pronti a vedere la Gen Z con colbacco e jeans? Perché avverrà a brevissimo.