
Non c'è niente di più tradizionalista di un uomo con il corsetto Storia dei bustini maschili, dall'abbigliamento militare alle passerelle di Dolce & Gabbana
Prima che Blanco si rovinasse la reputazione con gesti da vandalo di quartiere, fortunatamente abbiamo avuto il tempo di ammirare il suo look total white firmato Dolce & Gabbana: camicia sbottonata, pantaloni di seta e una fascia in vita a metà strada tra un corsetto e una fusciacca. Da Achille Lauro a Rosa Chemical, il Festival di Sanremo sotto la direzione artistica di Amadeus ha sicuramente dato spazio ad una rivoluzione del guardaroba maschile che in Italia fa fatica ad attecchire. Ma all'alba della moda unisex, dell'estetica androgina e del post-gender, l’abbigliamento femminile invade quello maschile e viceversa, tanto che i confini tra i due scompaiono. Un uomo non ha più bisogno di definirsi queer per indossare un corsetto, capo manifesto di questa totalizzante invasione di campo e protagonista assoluto del menswear nella scorsa Fashion Week milanese, da Charles Jeffrey Lover Boy a Magliano, passando per D&G. Ma siamo davvero sicuri che il corsetto rientri esclusivamente nella tradizione femminile e che metterne uno addosso a uomo sia un atto rivoluzionario?
Dai bustier-armatura di Alexander McQueen nella FW09 alla nuova mascolinità di John Galliano e il dandismo di Thom Browne, i corsetti, negli anni, si sono guadagnati le passerelle anche in fatto di menswear. Brand pionieri di una moda genderless ne hanno studiato i confini nelle forme più disparate: fasce marinaresche per Philosophy by Lorenzo Serafini, tube top per Ludovic de Saint Sernin, rock e in pelle per Gucci by Alessandro Michele, goth per Balenciaga sotto Demna. Si aggiungono poi brand emergenti che hanno portato alla ribalta una visione del guardaroba maschile molto meno statica rispetto al passato, rappresentativa di una nuova generazione di consumatori: No Sesso, ACT N1, Head of State, Charles Jeffrey Lover Boy, solo per citarne alcuni. Sui red carpet indimenticabili i look di Evan Mock in corsetto giallo limone e collier Cartier per il Met Gala del 2022, stesso anno in cui Lenny Kravitz ha catalizzato i riflettori con un bustier fetish e outfit total black in organza. In Italia i pionieri del genere sono i Maneskin, Achille Lauro, ora Blanco e qualche tempo fa il suo collega Mahmood, che via storie Instagram aveva pubblicato un suo look con corsetto e jeans cargo firmati Diesel. Con buona pace dei tradizionalisti, anche perché, se volessimo seguire la tradizione, persino i militari indosserebbero il corsetto.