
Il lato oscuro del minimalismo Siamo entrati nell'era del Suora-core?
Tagli netti, linee semplici ed austere, una palette di colori che come massimo slancio creativo si concede il grigio: in un tripudio di Y2K e pelle scoperta, una nicchia sempre più ampia di trendsetter ha riscoperto l’oscuro fascino del minimalismo monacale. Al red carpet degli Academy Museum Awards, Julia Roberts è apparsa in passerella con un sorriso radioso, in netto contrasto con il suo seriosissimo look Thom Brown composto da una camicia accollata e uno strascico nero, Diana Silvers ha scelto una silhouette lineare con una banda bianca in vita a spezzare la monotonia del suo abito Prada monocromatico, mentre Tilda Swinton ha optato per il velluto nero di Schiaparelli. Allo stesso tempo The Cut ha recentemente eletto Cate Blanchett nel ruolo di Lydia Tár un esempio di stile da seguire per comunicare potere e successo attraverso un guardaroba invernale da “stronza frigida.” Una tendenza a cui si aggiunge il crescente seguito del minimalismo di lusso, incarnato da brand come The Row e LeMaire, in una serie di capi dai prezzi spropositati e dalla fattura ineccepibile. Forse, siamo ufficialmente entrati nella stagione del suora-core.
La moda post-pandemica aveva riscoperto la bellezza dell’eccesso, della sexyness, delle texture flashy e dei design succinti, ma ad una reazione corrisponde a sua volta una reazione. Dopo una stagione di Fashion Week in cui il sensazionalismo ha regnato supremo e in cui i Fashion Gimmick come l’abito spray di Coperni hanno preso il sopravvento rispetto ai vestiti, un rosa di stilista ha optato per una moda silenziosa, in cui la costruzione degli abiti conta più del colore e dell’hype. Scrivendo modest fashion su TikTok si trovano 1,8 miliardi di visualizzazioni con l’hashtag dedicato, che invece su Instagram conta 4,5 milioni di post. Anche su YouTube sono tantissimi i video che superano abbondantemente il milione di visualizzazioni grazie a content creator modest come Leena Al Ghouti, Maha Gondal, Sahara Yar, Nawal Sari, Leena Snoubar, Saeedah Haque. Un bisogno di semplicità che si traduce nell’esigenza reale per le donne di uscire dalla dicotomia "suora/puttana" sublimando la semplicità nel vestire senza rinunciare all’avanguardia.