
«Radicato nel territorio, stratificato nel tempo»: nel backstage dell’ultimo show di Ferrari Il direttore creativo Rocco Iannone ci racconta la collezione SS23 del brand
«Da quando sono in Ferrari sto intraprendendo una sorta di viaggio», ha detto Rocco Iannone prima dello show milanese di Ferrari, il terzo da quando il brand si è espanso nella moda, e che è andato in scena domenica mattina al Teatro Lirico di Milano. «Il teatro è il luogo per eccellenza dove le storie vengono raccontate e fruite», ha spiegato Iannone, raccontando di come, per questa collezione, la componente umanistica del brand Ferrari, «radicato nel territorio e stratificato nel tempo», abbia avuto un peso uguale se non maggiore rispetto agli elementi strutturali e tecnologici, protagonisti dei primi due show del brand. «Quello che sto cercando di fare per la moda di Ferrari è creare un racconto dove ogni show aggiunge un capitolo. […] È un viaggio culturale all’interno delle varie ispirazioni che un brand così importante, così potente e così sfaccettato è in grado di offrire». In effetti, rispetto ai primi due outing, la collezione SS23 di Ferrari si è affidata meno alla logomania e più a silhouette e materiali puri, limitando i richiami al mondo automobilistico vero e proprio con la doppia presenza in passerella delle tute da racing di Carlos Sainz e Charles Leclerc la cui silhouette è stata trasformata in ulteriori tute che richiamano immediatamente il mondo della Formula 1 che, specialmente dopo il successo degli ultimi documentari Netflix, Iannone definisce «una piattaforma mediatica di grandissimo potere e carisma».
Più che le altre, questa è una collezione che guarda al futuro e mira a far reggere la moda di Ferrari sulle proprie gambe. Dopo tutto l’operazione è tanto promettente quanto ambiziosa: considerato l’immenso capitale culturale del brand, Ferrari rappresenta in pieno l’idea di un lusso cross-settoriale. «Quello che stiamo facendo adesso è costruire dei diversi paralleli a quello che è l’universo automobilistico, facendo in modo di emanciparli, di renderli credibili e di costruirli con costanza mattone dopo mattone», conclude Iannone. «Nel futuro spero che questo costruire intorno al brand arrivi al pubblico in maniera precisa attraverso una lente univoca, chiara in termini di valori e di immagine».