Com’era il Marni di Consuelo Castiglioni Nascita di un brand di culto

Domani sera, dopo anni e anni di presentazioni milanesi, Marni debutterà sulle passerelle di New York – escapade oltreoceano che per Francesco Risso vuole significare un’ulteriore apertura al mondo, oltre che un nuovo capitolo nella storia del brand. Alle soglie di questa nuova era, però, è bene non dimenticarsi del perché Marni divenne il brand di culto che è adesso, prima dei maglioni in mohair, prima dei mules ricoperti di pelliccia e prima dei mocassini coi piercing. Il marchio, in effetti, fu il parto di una delle designer più incredibili della sua generazione, una direttrice creativa autodidatta che tramite un misto di sensibilità estetiche e innovazioni tecniche viene annoverata ancora oggi nella schiera di pioniere della moda insieme a Miuccia Prada, Rei Kawakubo e Phoebe Philo. Il nome di questa designer è Consuelo Castiglioni e fu grazie a lei e all’impronta unica che riuscì a dare alle sue collezioni che Marni divenne un fenomeno per le donne della sua epoca, un brand che raccontava una femminilità originale e soprattutto intellettuale, nutrita di suggestioni artistiche e vitale nell’esuberanza delle sue celebri stampe. Proprio le stampe, insieme ai tagli e al lavoro sui materiali, divennero le tre “firme” del Marni di Consuelo Castiglioni – questa è la sua storia.

Marni FW98
Marni FW98
Marni SS00
Marni SS98
Marni SS99
Marni FW01
Marni SS02
Marni SS03
Marni SS04
Marni FW08
Marni SS08
Marni FW10
Marni SS11
Marni FW12
Marni FW13
Marni SS13
Marni FW15
Marni FW15
Marni SS16
Marni SS16
Marni SS16
Marni SS17

Nel 2012 il gruppo OTB di Renzo Rosso annunciò di avere acquisito una quota di maggioranza nel brand il cui fatturato si aggirava intorno ai 130 milioni di euro. «I nostri concorrenti sono Céline, Balenciaga, Miu Miu… Tutti marchi che appartengono a grandi gruppi di lusso con più possibilità finanziare rispetto a noi per affrontare un mercato globale sempre più complesso. Per potenziarci avevamo bisogno di un partner», spiegò Gianni Castiglioni. Il gruppo di Rosso era, come Marni, un business a conduzione familiare, le due famiglie si conoscevano e soprattutto nessuno dei due era quotato in borsa, così da non dover subire le pressioni del mondo finanziario. La stessa Consuelo, designer che lavora intuitivamente, in maniera anche antitetica alle più ovvie e commerciali logiche di mercato assicurò che il marchio avrebbe mantenuto la propria identità – non di meno tutti riconoscevano che la parternship con la piattaforma di OTB era necessaria per fare sedere Marni al tavolo dei big brands internazionali. La convivenza delle due famiglie segnò anche un progressivo allontanamento di Consuelo dalla sua creatura sancito, nel 2015 con l’acquisizione completa del brand da parte di OTB (all’inizio possedeva il 60%) a cui seguì, nel 2016, l’annuncio dell’addio di Consuelo Castiglioni: «È arrivato il momento di dedicarmi alla mia vita privata». La collezione SS17 fu la sua ultima e, dopo di lei, arrivò alla guida del brand Francesco Risso che riuscì a portare il brand verso nuove altezze. Ma il ricordo di Consuelo Castiglioni, della sua proverbiale ritrosia e della sua mente così interessante non se n’è mai andato.