5 cose da sapere sull'ultimo show di Balenciaga Dal BDSM all'omaggio alla Couture

Dopo essersi trovato catapultato in mezzo ad un divorzio da un impatto mediatico senza pari, lo show Spring 23 di Balenciaga è andato in onda ieri in America, allo skyline di New York. L’invito fatto di un mazzo di banconote da 100 dollari lasciava presagire che il denaro fosse coinvolto in qualche modo, senza diventarne il protagonista assoluto. Il suono della campana di Wall Street ha scandito l'inizio della sfilata, lasciando spazio subito dopo a un soundtrack industrial in pieno stile Balenciaga.  In effetti pensare ad un brand di moda dal fatturato di 3,2 miliardi insieme ad Alexnader McQueen - il mondo in cui il sogno è mosso sostanzialmente dalla finanza - che provi ad innalzare una critica al sistema del capitalismo potrebbe sembrare fuori luogo, se non contraddittorio. Demna ha piuttosto utilizzato una serie di cliché e luoghi comuni sulle abitudini degli abitanti di New York per amplificare il suo messaggio. La Borsa di New York con i suoi schermi assillanti a fare da sfondo, le maschere in latex che hanno cancellato l'identità del casting e la collaborazione con adidas già in vendita sono i punti di partenza per una riflessione sul capitalismo da parte di chi ne è totalmente dentro.

Le maschere in latex

Colore trainante della collezione, neanche a dirlo, il nero. Protagonista di tutto il primo atto della collezione, il colore viene usato sapientemente usato per coprire i volti dei modelli, raffigurati come sagome avvolte da maschere in latex dal sapore bdsm. Gli occhi, l’unica parte scoperta del casting, funzionano come segnali di un immaginario erotico a tinte dark offuscato dalle azioni di Borsa riflesse dai monitor in passerella.