
Il 2022 e il ritorno delle collaborazioni Diverse nel significato, ma non per questo meno interessanti
È difficile trovare nel mondo della moda qualcosa di tanto importante quanto trasversale come le collabo, termine spurio utilizzato negli ultimi anni per indicare l’ormai consolidata pratica delle collaborazioni tra brand. Se in una prima fase il loro ruolo era quello di creare un ponte tra realtà diverse, Supreme e Louis Vuitton rendono bene l’idea, con la progressiva “fine” dell’hypeculture le collaborazioni hanno assunto lo stato di semplice esercizio di stile, finendo per perdere il loro significato originale e trasformandosi progressivamente in una pratica quasi fastidiosa. Se avevate perso la speranza però, questi primi cinque mesi del 2022 sembrano aver dato un nuovo lustro alle collaborazioni, regalandoci da gennaio a oggi le prime piccole gioie del 2022. In attesa dell’uscita della collezione tra adidas e Balenciaga, parente dell’ormai prossima collaborazione tra Gucci e il brand tedesco, il luxury ha nuovamente affondato i suoi denti nel mondo streetwear in una delle migliori collabo messe in scena da Supreme, che ha trovato in Burberry il partner perfetto per ricreare quella magia ormai persa da anni.
Facile citare Aimé Leon Dore e New Balance, una coppia ormai diventata una sicurezza, ma recentemente il brand di Boston ha messo a segno un’altra collaborazione, quella con Ganni, lo stesso che aveva collaborato con Juicy Couture, che a sua volta anni fa aveva unito le forze con Vetements. Qualcosa di diverso è invece quanto successo in un altro ambito, quello degli orologi, dove Omega e Swatch hanno creato un vero e proprio tsunami capace di sconvolgere tanto il mondo degli appassionati di orologi quanto quello del resell, non abituato a nulla del genere dopo anni in cui, passata quella smania di avere l’ultima sneaker a qualsiasi costo, non si vedevano più file chilometriche fuori dagli store. Se un ritorno dell’hypeculture è da escludere a priori, i consumi sono cambiati radicalmente rispetto a qualche anno fa, la nuova epoca delle collaborazioni ha aperto le porte a un nuovo immaginario, diverso da quello originale ma capace di creare la stessa febbrile attesa di un tempo.