
Da Elizabeth Holmes a Emily Weiss, come cambia il guardaroba di una CEO donna Gli iconici dolcevita nera hanno lasciato spazio ai sandali Bottega Veneta, a testimonianza di un'evoluzione stilistica e sociale
Tra gli innumerevoli elementi che rendono The Dropout una delle serie migliori dell'anno, spicca la capacità di raccontare in modo così profondo e preciso il personaggio protagonista attraverso gli abiti che indossa. Nella serie Hulu creata da Elizabeth Meriwether, Amanda Seyfried veste (letteralmente) i panni di Elizabeth Holmes, fondatrice della start up Theranos - ad un certo punto valutata 9 miliardi di dollari, - che prometteva accuratissimi esami del sangue prelevandone un'unica goccia, grazie ad una tecnologia innovativa che in realtà non ha mai funzionato. Nel racconto dell'ascesa e della caduta di questa giovane studentessa di Stanford, che oggi aspetta di conoscere la sua sentenza dopo essere stata condannata per cospirazione e frode, giocano un ruolo primario gli abiti che indossa.
La credenza per cui se vuoi farcela nel mondo degli affari, affollato di uomini, devi vestirti come loro, o quanto meno scegliere degli abiti semplici, monocromatici, che non diano troppo nell'occhio, quasi a non voler sottolineare troppo la tua presenza in una stanza in cui non dovresti esserci, sta lentamente cambiando, con esempi virtuosi in particolare nell'industria del beauty e della moda. Emily Weiss, fondatrice e CEO del blog Into The Gloss e del brand Glossier, ad esempio, ha fatto del suo stile personale un tassello ulteriore nella costruzione di una realtà estetica prima ancora che di prodotto. Il suo vestirsi in alla moda, con le It Shoes di stagione e scegliendo brand all'avanguardia, sedendo in prima fila durante le sfilate, ha contribuito a dare forma a quell'ideale di girlboss trendy e intelligente, diventando un punto di riferimento, e un'ispirazione, per tutte quelle ragazze che in seguito sono diventate il pubblico e il target di Glossier.
Completi classici ma in colori sgargianti come giallo e lilla, wrap dress in stampe colorate, jeans skinny e tacchi. Whitney Wolfe Herd non ha cambiato solo il mondo delle dating app, lavorando prima come vice presidente del marketing per Tinder e in seguito fondando Bumble, ma portando nel mondo del tech un guardaroba allegro, divertente, formale senza risultare ingessato. Come a dire che le donne imprenditrici fanno sul serio anche senza indossare un completo scuro, o che possono festeggiare la quotazione in borsa di un'azienda con in braccio il figlio di diciotto mesi, come ha fatto lei, che, tra le altre cose, è la miliardaria self-made più giovane al mondo.
Tutta questa analisi è per forza di cose frutto di una diseguaglianza, perché lo stesso articolo non si potrebbe scrivere concentrandosi sui CEO uomini. Non solo perché a parte rare eccezioni risulterebbe noioso e ripetitivo, ma perché renderebbe evidente quanto le scelte stilistiche maschili siano meno importanti, simboliche e analizzate di quelle delle loro colleghe donne, per cui anche una semplice camicia può mandare un messaggio ben preciso. Ma è anche portando con sé un guardaroba normale, vario, reale, diverso dall'estetica business a cui siamo abituati, che le professioniste donne si fanno spazio nel mondo degli affari, cercando, gradualmente, di appianare le differenze di genere.