
Celine firma una collezione di borse artigianali custom made Tutte prodotte da un singolo artigiano ed esclusivamente su ordinazione
Hedi Slimane sa cos’è il lusso e la nuova linea di Haute Maroquinerie di Celine ne è una perfetta dimostrazione: una collezione di borse e piccola pelletteria prodotte esclusivamente su commissione e da un singolo artigiano. I pezzi della collezione sono composti tutti in pelle di coccodrillo ottenuta da fonti etiche e certificate, con fibbie in oro a 18 carati e diamanti, e custoditi in una scatola in legno di eucalipto laccato. L’idea principale dietro la collezione è quella di esaltare l’artigianalità e offrire «un rapporto con l’oggetto che è insieme culturale, personale e raro» accentuando, ad esempio, il valore della lavorazione manuale della pelle, levigata con pietra d’agata, e tagliata solo a ordine avvenuto. I due principali modelli della collezione, The16 e la Triomphe, richiedono rispettivamente diciassette e dodici ore di lavoro per essere assemblate a mano e includono dettagli come uno specchio foderato in coccodrillo dentro la borsa e le iniziali del committente goffrate nella fodera interna di pelle.
Nello specifico, ciò che la nuova linea di Celine vorrebbe fare, con la sua insistenza sulla singolarità dell'artigiano che compone le borse, nell'unicità delle stesse e sull'idea della commissione che precede la fabbricazione, sembrerebbe voler rigettare l'idea di riproducibilità seriale legata ai prodotti ready-to-wear. Per anni, all'attività dei brand di lusso si è affiancata l'attività dei singoli atelier artigiani ancora attivi ovunque nel mondo che ha contrapposto la presenza anonima delle molte maestranze negli atelier dei brand con la relazione unica che il cliente sviluppa con il singolo artigiano che compone l'intera borsa a mano. È una differenza nello storytelling che circonda il prodotto finale, oltre che una differenza nella qualità di quello stesso prodotto, ma che gioca un ruolo essenziale nel valore tangibile e intangibile a esso attribuito. Il trend ha un legame di parentela con la popolarità del DIY nata in pandemia i cui risultati erano altrettanto "unici" e contrapposti alla serialità del classico ready-to-wear, ma con una maggiore enfasi posta ovviamente sul savoir-faire che sottende alla creazione di un prodotto extra-lusso.