Alessandro Michele rielabora la realtà in Exquisite Gucci Michele continua a guidare l’avanzata del brand nel caotico mondo della moda contemporanea

Uno specchio magico per rifare la realtà - questa è la metafora usata da Alessandro Michele per descrivere la collezione FW22 di Gucci appena andata in scena a Milano. Una metafora che ben rappresenta il lavoro svolto dal designer nel corso di sette anni alla direzione creativa di un brand che, grazie a lui, è forse ora il più importante del mondo. Lo show, svoltosi all’interno di una allucinatoria stanza interamente ricoperta di specchi immersa in un alone rosa ha portato in passerella i suoi dandy e le sue eroine romantiche, ricoprendoli di pellicce, di sete, di gioielli - e con un uso del colore sempre più audace e vibrante. Tutti stilemi di Gucci che però ora diventano metafora delle maniere in cui la moda costruisce e ricostruisce le identità dei singoli. Ma la costruzione dell’identità riguarda anche la cultura pop: è questo il significato della collaborazione adidasxGucci presentata in passerella oggi - collaborazione che vede le Three Stripes del brand e il suo logo a forma di fiore diventare specchio dello stile di Gucci, come a dire che non c’è aspetto della realtà della moda che il brand non possa fare propria.

Source: Vogue Runway
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La libertà radicale evocata da Michele con questa collezione ha un sentore di edonismo, di soddisfazione ma soprattutto di un inebriante senso di libertà - lo stesso evocato dalla cornice musicale di dance anni ‘80 e melodrammatici vìolini che sembra volersi abbandonare a emozioni e ricordi senza alcun tipo di remora. Meno trasgressivo che con il suo show di Los Angeles ma anche più anarchico nella sua manipolazione dei codici sartoriali e dei significati culturali degli abiti, Michele continua così a guidare l’avanzata di Gucci nel caotico e vertiginoso mondo della moda contemporanea.