
Il trend della varsity jacket e il ritorno dell’estetica Americana Il capo-simbolo del trend della moda d’archivio
Durante questa Milan Fashion Week, un item in particolare è diventato ricorrente tanto nelle presentazioni dei brand che per la strada, indosso ai fashion insiders che in questi giorni hanno invaso la città: è la varsity jacket - un item che, pur godendo di una popolarità ininterrotta dagli anni ’50 a oggi, quest’anno è diventato un go-to di stagione dopo essere apparso, all’inizio dell’anno scorso, in numerose collezioni diverse, e in special modo nella FW21 di Louis Vuitton. Vuoi un po’ per la sua aura nostalgica da college americano, vuoi un po’ per il culto degli abiti vintage e d’archivio, la varsity jacket è apparsa quest’anno sulla passerella dello show di Boss x Russell Athletic in un campo da baseball, come prodotto di punta della collezione di Ghali x Benetton e anche indosso ai membri del pubblico delle sfilate, catturati nei nostri reportage di Milano, Londra e Parigi.
Oggi, la passione della moda d’archivio che ha fatto riscoprire a milioni di appassionati di moda i bomber di Raf Simons per collezioni come Riot! Riot! Riot! e Virginia Creeper oltre che la passione del vintage alimentata sia dall’esigenza di consumi più sostenibili sia dalla crescente ricerca di realness nella moda (ossia di uno stile che non dipenda necessariamente dall’hype) ha portato al ritorno in voga dello stile, delle sue grafiche e dei suoi lettering massimalisti e fantasiosi. Un comeback che è stato anche supportato anche dalla fioritura di numerose pagine Instagram e shop/showroom digitali dedicati al recupero di capi vintage come @silverleague, @unsdoundrags e @middleman.store o, in Italia, @archiviofuorviante e @cocci.it che hanno creato intorno alla varsity, così come intorno agli stivali western, ai completi workwear e alle felpe Letterman, un’intera cultura di studio e approfondimento ma, soprattutto, di culto.