5 cose da sapere su Halston, il designer ritratto nella nuova serie Netflix di Ryan Murphy In uscita oggi, la mini serie ripercorre storia del creativo che cambiò la moda come la conosciamo

Il mondo della moda possiede una mitologia assai stratificata che, anche a distanza di decenni, nasconde retroscena, segreti e storie che sono state sepolte dal tempo. Una di queste storie è quella di Roy Halston Frowick, celeberrimo designer della New York anni '70, la cui vicenda si è conclusa con un declino tale che persino Ewan McGregor, che interpreta il suo personaggio nella mini-serie di Netflix creata da Ryan Murphy in uscita oggi e di nome Halston, non sapeva chi fosse. Ma prima di addentrarsi nella versione della storia raccontata da Murphy (e già sconfessata dalla famiglia del designer in quanto "sensazionalistica") sarà bene ripassare alcuni facts sulla vita e sul lavoro del vero Halston. 


Iniziò come cappelliere e divenne famoso grazie a Jackie Kennedy

Bianca Jagger in Studio 54
Liza Minnelli, Liz Taylor & Halston
Halston, Bianca / Mike Jagger
Halston, Andy Warhol & Bianca Jagger
Bianca Jagger wearing Halston
Halston & Liza Minnelli
Bianga Jagger in Studio 54
Bianca Jagger in Studio 54
Andy Warhol, Bianca Jagger & Halston
Candice Bergen at Black & White Ball (1966)
Halston & Liz Taylor
Halston, Andy Warhol & Liza Minnelli
Halston, Bianca Jagger, Andy Warhol & Liza Minnelli
Halston & Liza Minnelli

Se l'ascesa di Halston all'Olimpo della moda fu spettacolare (era così popolare che disegnò le uniformi della polizia di New York e quelle del personale di una linea aerea, insieme a quelle delle Girl Scout), la sua caduta fu qualcosa di rovinoso e assoluto – abbastanza devastante da far sbiadire la sua memoria nella pop culture e cancellare il suo brand per sempre, nonostante non siano mancati i tentativi di riportarlo in vita. Dopo aver guadagnato circa 30 milioni di dollari (l'equivalente odierno di 183 milioni), Halston aveva venduto il suo brand all'industriale Norton Simon per 16 milioni, restandone comunque il designer principale. Dieci anni dopo ricomprò il brand e, con quella che divenne forse la decisione più sbagliata della storia della moda, firmò una collaborazione di sei anni con J.C. Penney, una linea di grandi magazzini piuttosto economici (anticipando di fatto le collaborazioni fra grandi designer e fast fashion) ma la mossa fu ricevuta male: non solo la linea fu un flop ma i retailer della sua linea di lusso smisero di fargli ordinazioni. Il suo marchio iniziò a passare di mano, lui perse il controllo dell'azienda e smise di disegnare abiti. La sua vita a base di droghe e party proseguì, però, finché nel 1988 non scoprì di avere l'AIDS. Si ritirò a San Francisco dove morì due anni dopo a causa di un tumore ai polmoni complicato dall'AIDS.