Perché siamo ancora ossessionati da Phoebe Philo e da Old Céline? Gli accessori e i capi creati dalla designer di culto hanno prezzi di resell sempre più alti

Quando, nel 2017, Phoebe Philo annunciò l'addio a Céline dopo 10 anni l’isteria fu generale. Se da una parte i suoi adepti si ribattezzarono 'Philosophiles', aprendo blog su tutte le piattaforme social per esprimere il proprio lutto (iconica fra tutte la pagina Instagram intitolata Old Céline, un vero e proprio archivio postumo delle sue creazioni), dall’altra un aumento nelle ricerche dei capi Céline da lei firmati nelle piattaforme di reselling ha fatto lievitare fino al 30% il loro prezzo originale. 

In opposizione ai chiassosi trend degli anni Duemila, Phoebe Philo ha ridefinito il concetto di raffinatezza con il suo 'minimalismo contemporaneo', in cui semplicità e comfort si accompagnano a linee pulite e rigorose. Le sue collezioni sembrano la trasposizione su passerella dell'architettura Bauhaus e i suoi abiti vestono la donna in carriera, desessualizzata e potente grazie a cappotti oversize, attitudine mascolina, occhiali grandi e scuri, pantaloni a gamba larga, scarpe flat: finalmente per sentirsi sensuali non c’è più bisogno di indossare abiti corti o aderenti. 

Ad alimentare il culto c'è inoltre la nuova direzione del brand, che ha diviso il pubblico, grazie alla svolta innovatrice del nuovo direttore creativo Hedi Slimane, che con determinazione ha scelto di ri-battezzare il marchio (accento rimosso, font più lineare e la scritta "Paris" presente solo su capi e packaging), come in precedenza da Saint Laurent. L’uso della grammatica vuole segnare dunque una nuova era nella casa di moda e un nuovo modo di intendere la donna, non più una rigorosa donna in carriera che si fa spazio nella società rivendicando i propri diritti, ma più una fresca ragazza francese, ricca e spensierata, con tanto di cappellini da baseball e tripudio di denim. 

Il successo di Old Céline è il connubio perfetto fra la wave che vuole le modaiole vestite con i più agognati capi d'archivio e un'infinita nostalgia per gli anni in cui chi vestiva Céline vestiva l’eleganza di Joan Didion.