
La polemica sulle borse di Guess uguali alle Telfar Bag Dopo le accuse via social, il brand americano ha ritirato dal mercato l'item incriminato
Molte polemiche della moda iniziano nel trambusto generale e finiscono per risolversi in un nulla di fatto. Ma quella che ha coinvolto Guess nel corso del weekend si è conclusa immediatamente. Circa quattro giorni fa, vari media outlet, il primo dei quali è stato Diet Prada, hanno denunciato la straordinaria (e sospetta) somiglianza della G-Logo Tote appena messa in commercio da Guess con l’ormai celebre tote bag di Telfar. La borsa di Guess è stata accusata di aver replicato praticamente ogni dettaglio di quella di Telfar, inclusa la forma del logo e certe impunture. La polemica è scoppiata intorno al 26 marzo, e già il giorno successivo Guess ha diffuso una nota che avvisava del ritiro dai mercati della borsa:
Sui social media, le tote bag sono state paragonate alle borse di Telfar. Signal Brands [la licenziataria di Guess, ndr] non desidera creare impedimenti al successo di Telfar Global e per questo ha deciso di interrompere la vendita delle G-Logo Totes.
Il successo straordinario di Telfar Clemens è infatti dovuto alla sua community e all’ethos del brand – un ethos egualitario che desidera attivamente che tutti possano acquistare una borsa. Replicare per il mercato di massa una borsa tanto celebre (ma anche accessibile) avrebbe rappresentato, oltre che un danno economico, anche una mancanza di rispetto verso uno dei pochi designer Black Queer che è riuscito a imporre la propria visione sulla moda oggi, intercettando lo spirito culturale dei tempi e proponendo un design profondamente radicato nelle issues contemporanee. Lo stesso Telfar Clemens non si è mai detto restio di fronte a collaborazioni, anche con mass brands come Gap, dunque avrebbe forse avuto più senso entrare in partnership con lui che “rifare” i suoi stessi design.