
Cosa serve all’industria delle sneaker per diventare sostenibile? Lo abbiamo chiesto al Global General Manager di Vibram
Quello delle sneaker è un mondo vastissimo che, negli ultimi anni, si è avviato verso un processo di espansione che non accenna a fermarsi. Una delle realtà più storiche di questo mondo è Vibram, brand nato nel 1937, e da decenni rimasto in una posizione leader nell’industria del footwear grazie alla qualità del suo prodotto ma anche grazie alla sua filosofia aziendale, da sempre attenta alla natura e alla sostenibilità della produzione.
Negli ultimi mesi, l’estetica dell’hiking e dell’outdoor è uscita dal proprio settore ed è entrata nel mainstream della moda. Pensi che questo trend potrebbe passare a breve oppure è un processo culturale un po’ più grande perché a che fare con il lockdown?
Secondo me la pandemia, la nuova ricerca della natura e lo smartworking hanno aiutato questo passaggio: tutti cercano un abbigliamento più informale e comodo e hanno scoperto che certi brand e prodotti sono sia più comodi che versatili. In quest’ottica, i consumatori vogliano semplificarsi la vita e usare prodotti adatti per ogni occasione. Le scarpe rappresentano il punto più importante di questo passaggio: oggi una sneaker è accettata in ogni situazione sociale, dal lavoro alla formalità. La scarpa da outdoor poi è anche più più performante perché si adatta a ogni situazione atmosferica. Questa tendenza sarà sempre più forte, come la tendenza di 10 anni fa con i jeans. Il prodotto da outdoor sta diventando per tutti i giorni – anche in linea con la sostenibilità, cioè avere meno prodotti e più versatili.