
Come si sceglie un outfit per un artista a Sanremo? I cinque stylist degli artisti principali visti sul palco dell'Ariston ci raccontano del loro processo creativo
Questa edizione di Sanremo è stata tutta dei giovani. E forse quest’anno più che negli altri la moda ha avuto un ruolo di enorme rilievo nel definire le varie personalità che si sono succedute sul palco – ma il fascino, la fama e soprattutto lo stile di queste grandi personalità è il frutto del lavoro dei loro stylist, che sono i principali mediatori fra i cantanti e i designer di moda, oltre che i principali responsabili di un’adeguata “traduzione” della loro personalità in termini visivi sul palcoscenico. Si tratta di un lavoro sicuramente complesso, che porta questi professionisti a doversi confrontare tanto con i grandi brand di moda che con i grandi personaggi della musica – un lavoro le cui dinamiche sono creative, ma anche comunicative e culturali: tutta la moda trova spazio sul palco dell’Ariston, dalla più tradizionale alla più avanguardistica. Il vero limite è solo l’immaginazione degli stylist stessi.
Ed è per questo che abbiamo deciso di chiedere direttamente a cinque stylist dei principali artisti e super-ospiti della 71° edizione del festival di raccontarci tutti i retroscena della moda a Sanremo.
SIMONE FURLAN (@simonesifufurlan)
Madame, Annalisa, The Kolors, Pinguini Tattici Nucleari
Cosa deve avere un look per essere autenticamente “sanremese”?
Dipende ovviamente dell'artista, ma secondo me deve avere qualcosa di singolare, di unico, di spettacolare, ma sempre rimanere chic, e rispettare l'eredità italiana.
Qual è il ruolo della moda all’interno di un festival come Sanremo?
Secondo me l’importanza maggiore è per il 50-60% del Festival. Non che la musica non sia importante, altro che, ma il pubblico guarda Sanremo per le performance degli artisti, per lo show, per essere trasportati in un universo diverso ogni cinque minuti. E in questo senso il look ha una grandissima importanza, anche perché il palco non cambia mai, quindi l'espressione della performance è molto legata al look.
Quali ispirazioni estetiche/concept hai seguito per ognuno degli artisti in gara che hai seguito?
Per Lous abbiamo pensato a un look molto femminile, con un tocco un po’ retrò, sexy, e abbastanza semplice, molto inspirato da Cher. Volevo mettere l'accento su il colore, e la shape, non tanto sul volume. Non volevo renderla burlesca, ma piuttosto molto bella, e sè stessa nel miglior modo.
Raccontaci di come funziona il processo creativo e di selezione dei look fra te e l’artista.
Per questa occasione ho creato io il look di Lous. Stavamo parlando di Sanremo, senza sapere bene cosa fare ancora, e gli ho proposto di farle un vestito, così possiamo veramente fare quello che vogliamo. Da lì le ho mandato diverse ispirazioni, e ne abbiamo scelte due che ci piacevano molto, con dei lacci sulla pancia. Dopo le ho proposto un disegno e un tessuto, e Let's go. Prima prova, seconda prova, e poi sul palco. È stato tutto molto rapido.
Nella tua esperienza, ha più successo un look originale o un look spettacolare?
Direi qualcosa di in between, tra l'originale e lo spettacolare. Come dicevo prima, non mi piace travestire un artista, bisogna ascoltarla molto bene, e poi capire cosa funziona e cosa no, e poi portarla nella giusta direzione. Il troppo originale, o il troppo spettacolare non mi interessa.
Quali brand sotto-rappresentati ti piacerebbe vedere sul palco dell’Ariston?
Brand più giovani e indipendenti. Il festival tende a essere troppo commerciale, con solo grossi marchi italiani, lo trovo un po’ peccato.