
In Spagna i lavoratori di Zara stanno protestando contro la chiusura degli store Il gigante del fast fashion punta alla chiusura di 700 store europei entro l'anno
Inditex, il gruppo che possiede Zara, Bershka, Pull&Bear, Stradivarius, Massimo Dutti e altri brand, aveva annunciato lo scorso giugno che nel corso del 2021 avrebbe proceduto alla chiusura di oltre 1.200 store in tutto il mondo. Il plan del gruppo prevede la chiusura degli store più piccoli e in zone non particolarmente strategiche, privilegiando i grandi flagship store in centri storici e zone molto frequentate. Sul territorio europeo le chiusure ammonteranno a circa 700 store quest'anno, e uno dei primi paesi in cui le misure sono state adottate è la Spagna, dove si prevede la chiusura di 114 store, misure che lascerebbero 986 persone senza un posto di lavoro, senza contare la possibile chiusura di 186 outlet nei prossimi mesi. Secondo quanto dichiarato da due dei sindacati più importanti del paese, UGT e CCOO, il gigante del fast fashion non starebbe rispettando gli accordi presi.
Come nss magazine aveva scritto ad ottobre 2020, nonostante una situazione complicata e previsioni non rosee per il futuro del settore, la pandemia non ha distrutto il fast fashion. L'emergenza sanitaria sembra invece aver accentuato dei punti focali su cui i brand più importanti dell'industria inizieranno a lavorare in ottica futura, il primo dei quali sarà il potenziamento dell'e-commerce, a discapito degli store fisici. Inditex, il gruppo fast fashion più importante al mondo a livello di vendite - superato recentemente da Uniqlo a livello di capitalizzazione - dal 2012 ad oggi ha ingrandito la propria rete di negozi in modo esponenziale, passando da 1942 punti vendita agli attuali 7199. Il gruppo ha però fatto sapere che tra il 2020 e il 2022 verranno aperti solo 450 nuovi store, vista la crescita delle vendite online.
Le trattative con i sindacati si stanno svolgendo comunque in tutta Europa, vista l'imminente chiusura di centinaia di punti vendita. Un portavoce di Inditex ha confermato che mantenere impiegati i lavoratori degli store in chiusura resta una priorità assoluta. Ma come dimostrano le recenti proteste in Spagna, i lavoratori del gruppo non si sentono per nulla tutelati.