Tutti i loghi di Gucci Storia di un brand in tre atti

Ciò che sorprende nella storia di un brand come Gucci non è tanto l’incredibile rilevanza commerciale e culturale che ha e ha avuto, quanto piuttosto la sua capacità di saper definire e popolarizzare in Italia e all’estero il concetto di lusso traducendolo per ogni epoca. In ognuno dei decenni-chiave del ‘900 a partire dalla sua fondazione, Gucci è stato sinonimo di lusso con una continuità quasi priva d’interruzioni.  Per riuscire in ciò l’essenziale è stato non fossilizzarsi in un singolo linguaggio, mutare insieme ai propri tempi – e così far mutare la propria identità. Di questa identità, il logo che rappresenta la maison è forse la sintesi più definitiva e, volendo tracciarne l’evoluzione lungo l’intera storia del brand, la si potrebbe leggere come una storia in tre atti che inizia nel 1921, a Firenze, e continua ancora oggi, sui cartelloni pubblicitari, nelle boutique e sulle passerelle di tutto il mondo. 


Le origini (1921-1955)

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Col passare del tempo, il monogramma della “doppia G” divenne sempre più famoso e venne riproposto in un’infinità di forme e versioni diverse. Infine, all’inizio degli anni ’90, la “doppia G” entrò a far parte del logo ufficiale del brand che rimase lo stesso fino all’ingresso di Tom Ford alla guida della maison, che ne introdusse una versione con le sole lettere e caratteri più affusolati e distanziati. All’epoca il logo era stampato su un’etichetta nera, ma solo con l’arrivo di Alessandro Michele nel 2015 l’etichetta si allargò e divenne bianca. Ultima novità introdotta da Michele nel 2019 è una nuova versione della “doppia G” con i due caratteri sovrapposti e orientati verso destra - a differenza del monogramma originale -, questo è il primo ad apparire anche come marchio aziendale.