
La storia del più iconico colore del lusso Come l'arancione venne scelto come colore-simbolo di Hermès
Pochi packaging nella storia della moda sono immediatamente riconoscibili come quello di Hermès. Con i suoi 183 anni, il brand parigino possiede un’identità tanto forte da non aver bisogno di costose strategie di marketing o campagne pubblicitarie e che può essere sintetizzata nelle parole del suo precedente CEO e direttore creativo, Jean-Louis Dumas: “Nous n'avons pas de politique d'image mais une politique produit”. ("Non abbiamo una politica d'immagine ma una politica di prodotto").
Hermès infatti non possiede nemmeno un dipartimento marketing ma solo un team di comunicazioni che si occupa di stampa e media e un team creativo che ne crea le campagne. Tutta l'attenzione è concentrata sull'esperienza del cliente e sulla altissima qualità del prodotto. E il packaging dei prodotti Hermès – un’iconica scatola arancione – è il primo tramite attraverso cui passa l’aura di qualità e raffinatezza associata alla maison. Quella scatola, però, non ha sempre avuto quel colore: in origine le confezioni di Hermès erano color crema. La storia della loro evoluzione è legata alla storia di Parigi e dell’Europa.
L’arancione di Hermès variò sfumature nel corso del tempo, stabilizzandosi dopo gli anni ’60 a quello che conosciamo ora. L’uso costante che il brand fa del colore ha reso quest’ultimo un vero e proprio indicatore d’origine – anche se lo status legale della sfumatura, che non fa parte dei colori Pantone e non è dunque categorizzato precisamente, è interessante. Hermès infatti ha registrato trademark per il suo colore in tutto il mondo ma nel 2005 l'Ufficio dell'Unione Europea per la proprietà intellettuale ha rifiutato di registrare il colore come trademark in quanto, secondo i giudici, l’arancione è un colore troppo comune per essere associato a un singolo brand, che manca di distintività, aggiungendo che i consumatori non identificano un brand in base al solo colore e che, preso in se stesso, registrare un colore significherebbe concedere un monopolio ingiustificato. Negli anni seguirono ricorsi in appello che però vennero rifiutati. Al momento, la battaglia legale non è ancora conclusa.