Le pioniere dello streetwear Dall'hip hop ai vertici dei brand più importanti: il contributo delle donne alla diffusione di un trend globale

Lo streetwear è un'industria largamente dominata da uomini: siedono nei consigli di amministrazione dei brand più importanti del settore, creano le sneaker più desiderate da milioni di consumatori e in generale si sono fatti i rappresentanti più illustri di questa tendenza. Ma c'è un altro fatto spesso dimenticato: le donne hanno sempre lavorato dietro le quinte dello streetwear per farlo diventare quello che è oggi e hanno giocato un ruolo fondamentale nella sua evoluzione. Molto prima che fosse un'industria globale, lo streetwear era una sottocultura dove le donne si sentivano rappresentate da capi in stile militare, skate e sportivo, con tocchi di reggae, punk e hip-hop. La moda stessa infatti nasce dalla periferia del sistema, e la sua stessa definizione rimanda alla natura più vera di questo fenomeno, che altro non è che moda di strada. Questa corrente stilistica, seppur considerata da molti un fenomeno recente, nasce quasi 50 anni fa con l’avvento sempre più prepotente ed incisivo della musica hip-hop, che ne ha permesso la diffusione. Quella che è nata come una sottoclasse sovversiva di emarginati è ora divenuta materiale da passerella. Come la stessa corrente musicale prima citata, anche lo streetwear si propone di rompere gli schemi e le norme fino a quel momento imposte. Questo stile da strada impregnato di vari valori, culture ed etnie, più che una vera e propria moda risulta rappresentare uno stile di vita, una rivoluzione in continuo movimento che per molti è visto come l’emblema di una generazione. Ed ecco come questa nuova sottocultura all’insegna dell’inclusività ha favorito la nascita di nuove tendenze e ha reso la moda stessa un insieme di codici che trasmettono la personalità dell’individuo tramite un mezzo puramente estetico come l’abbigliamento. 

La celebre Melody Ehsani ha costruito un marchio distintivo, sviluppando un seguito di donne innamorate della cultura urbana come la stessa designer. Ma non è solo la sua colorata collezione che attira i clienti, ma il messaggio dietro esso. L'autenticità è impressa nel suo marchio, nel quale si intrecciano il suo background persiano e i messaggi motivazionali inseriti all’interno della confezione dei prodotti. Essere l'unica donna ad aprire un negozio in una zona dominata da marchi di proprietà maschile come Supreme e Diamond Supply non è l'unica svolta di Ehsani. Nel 2011 infatti ha rivendicato il titolo di prima donna ad avere creato una sneaker con Reebok, la WMNS Pump Omni Lite Melody Ehsani I. 

Poiché le tendenze sono diventate più fluide e meno legate al genere, gli uomini stanno diventando altrettanto desiderosi di acquistare collezioni propriamente femminili. Vashtie Kola, nota per essere la prima persona ad aver messo le mani su una Nike Air Jordan II anni prima di Don C, è stata ispirata dal cosiddetto “mix di opposti”. Il maschile incontra il femminile e la vecchia scuola incontra la nuova scuola. Mentre la silhouette della Air Jordan II da lei creata è classica nella sua mascolinità e nel suo design, un tono di lavanda la rende perfetta anche per le donne.

L'anno scorso, dopo aver ricoperto il ruolo di stylist da Louis Vuitton e di buyer alla RSVP Gallery di Chicago, Aleali May è diventata la seconda donna a collaborare con Jordan Brand. L'Air Jordan 1 di Aleali è diventata uno statement sia per il pubblico femminile che maschile, il quale ha riconosciuto la genialità e la creatività dietro il design della scarpa.

Uno dei progetti più importanti e significativi di sempre è Nike Unlaced, concept store dedicato al footwear da donna, appositamente creato per dare spazio alle esigenze e alle richieste del pubblico femminile. Questa iniziativa oltre a fungere da vero e proprio barrier-breaking sociale, permise alle ragazze di creare una propria identità stilistica grazie alla variegata ed ampia sneaker selection nelle size da donna. Come sostenne la stessa Amy Montagne, vice presidente e general manager di Nike Woman, questo progetto assicurò alle ragazze l’accesso diretto a prodotti limitati considerati un’esclusiva maschile. Si è sempre combattuto con il problema della mancanza di taglie, versioni GS o limitata gamma di colori considerati femminili. Un cambiamento è avvenuto già con il launch delle The 1 Reimagined, sneaker pack composto da 14 silhouette Nike rivisitate da altrettante donne che funge da testimone di ciò che le designer possono raggiungere se vengono loro conferite le risorse necessarie. Nel frattempo, il numero di prodotti e piattaforme femminili sta crescendo. La quantità di nuovi drop per ragazze è aumentata del 38% negli ultimi 12 mesi. 

Qualche settimana fa Milano ha ospitato uno degli eventi più importanti in campo sneaker e streetwear, SNEAKERNESS. Proponendo un mix unico di brand e retailer leader a livello mondiale, Sneakerness si è affermato come il luogo per eccellenza dove una community di appassionati si ritrova e si confronta. L'evoluzione della scena street e sneaker, che si sta aprendo sempre di più verso il mercato femminile, si riflette inevitabilmente sul numero di partecipanti donne ad eventi come questo. Ma non solo: forse quest'anno più che in precedenza abbiamo visto stand con venditrici donna e un’ampia selezione di sneaker nelle size GS più richieste. Niente più gonne color pastello o giacche fluo, quest’anno cargo, felpe oversize dai colori scuri, bucket hat e Jordan 1 hanno fatto da padrone, riconfermando lo status di streetwear fashionista. 

La strada per l’equità è ancora molto lunga ma da qui in poi le donne non possono far altro che passi in avanti, una Jordan alla volta.