
Milan Fashion Week SS20 Moodboard Le ispirazioni direttamente dalle passerelle
Può un vestito cambiare il mondo? Forse no, ma può esserne lo specchio, riflettere la società, l’arte e la storia del momento nel quale viene creato o, persino, proiettare il nostro sguardo indietro nel passato, avanti nel futuro. Se c’è un abito che ha segnato il nuovo millennio è il Jungle Dress, disegnato da Versace nel 1999 e indossato da Jennifer Lopez ai Grammy Awards del 2000. Pochi veli di chiffon di seta verde smeraldo sono bastati per mandare in tilt Internet e per contribuire alla nascita di Google Images. Oggi, come allora JLo lo ha indossato, in una nuova versione, per Donatella Versace, regalandoci il migliore momento della MFW SS20.
Ci hanno provato in tanti a raccontare il loro tempo con stoffe, tagli e cuciture. Anche in questa settimana milanese. Giorgio Armani e Marni si sono uniti a Greta Thunberg per un mondo più attento all’ambiente. Francesco Risso si è spinto oltre ispirandosi a un immaginario farmaco antinfettivo, la Tachitropirina, capace, secondo le note dello spettacolo, “di curare una varietà di "disturbi, tra cui il fauvismo e l'ipersensibilità tropicale, una malattia che poteva intrappolare le sue vittime in uno stato di vertigini e delirante colore”. Jeremy Scott per Moschino ha esplorato l’arte di Picasso e Philosophy lo stile di Caroline e Stephanie di Monaco negli anni ’80. Arthur Arbesser e Vivetta hanno rievocato le loro nonne e la loro famiglia, mentre da N°21 è apparso lo spettro di Saint Laurent e della sua collezione Scandal. Difficile dire se in queste collezioni si nasconda l’item che farà la storia. In mancanza di nuove icone, meglio fare affidamento su JLo.