
L'importanza di Frankenstein nel mondo della moda Come il romanzo e la creatura di Mary Shelley continuano a ispirare gli stilisti
Una scommessa: scrivere il migliore racconto del terrore di sempre. Così si misero in gioco un gruppo di scrittori, il medico e romanziere John Polidori, i poeti Lord Byron e Percy Bysshe Shelley e la compagna di lui, Mary Wollstonecraft Godwin. Rinchiusi in una casa sulle sponde del Lago di Ginevra nel giugno del 1816, lo stesso che presto sarà soprannominato "l'anno senza estate", passavano il tempo a raccontarsi storie di fantasmi. Il cielo cupo, “rotto” dall’eruzione del monte Tambora in Indonesia, invaso da vento, pioggia e fulmini. Incubi metereologici e reali si insinuano nella mente di una giovane ragazza diciannovenne di nome Mary (dopo il matrimonio Shelley) e prendono vita attraverso la sua penna fino a diventare il primo romanzo di fantascienza della storia. La fatica del parto, la perdita dei figli neonati, la malattia che da piccola la costringe a tenere un braccio in fasce, si mescolano alle tante dissertazione su filosofia e medicina fatte con gli amici davanti al fuoco confluendo nelle pagine di Frankenstein o il moderno Prometeo, pubblicato inizialmente in modo anonimo nel 1817. Il nome dell’autrice sarà rivelato solo successivamente, con l'uscita della seconda edizione nel 1831. Tema della creazione e della mostruosità sono solo alcune delle sfumature che danno vita alla storia del barone Dottor Victor Frankenstein, l’aristocratico infelice e tormentato, che, fiducioso nei progressi della scienza moderna, vuole creare un essere umano, intelligente, ma incapace di provare dolore, finendo però col dare vita ad una creatura infelice, abbruttita da solitudine e dal rifiuto degli altri.
Un personaggio così iconico e dalla psicologia così complessa da venire riproposto in decine e decine di opere cinematografiche: dalla famosa trilogia degli anni ’30 con Boris Karloff a quella diretta da Kenneth Branagh con Robert DeNiro, dalla parodia cult Frankenstein Junior diretta da Mel Brooks alla versione dark-romantica apparsa nella bellissima serie tv Penny Dreadful.
C’è qualcosa nei romanzi gotici che tormenta e ispira in maniera eterna l’arte, il cinema, la moda. Non importa che sia Frankenstein o l’altrettanto iconico Dracula di Bram Stoker, rielaborare questi personaggi che sono al tempo stesso romantici e oscuri è come esorcizzare le proprie paure, specchiare il torbido, il dolore misto a speranza che pervade ogni essere umano.