
Roberta Martin IED Milano
23 anni
Moruzzo (Udine)
Com’è cambiata la tua quotidianità? Che cosa fai per impegnare la tua giornata?
La mia quotidianità è cambiata principalmente nella scansione dei momenti e la loro durata, non sono cambiate tanto le attività in sé: sono molto impegnata con la mia tesi, continuo a praticare attività fisica e seguo le ultime lezioni che ancora rimangono in vista degli esami, però in modalità online. Sento modificato principalmente il tempo che posso dedicare a tutto questo, posso concedermi un attimo di più a tavola prima di cominciare la lezione, posso allenarmi quando voglio e non per forza nelle uniche ore libere che riesco a ritagliarmi… Mi manca il confronto con gli altri, da quello in palestra su un esercizio o quello a scuola su un’idea, sicuramente, ma cerco di mantenere saldi i miei soliti interessi, per un equilibrio personale e per rimettermi in careggiata subito quando torneremo alla normalità.
Il tuo lavoro si nutre di creatività. In questa quarantena qual è la soluzione per continuare ad essere creativi? Quali sono i tuoi spunti?
Staccare principalmente, alternare le attività. Magari disegno un paio d’ore, poi mi alleno, mi preparo il pranzo, passo un po’ di tempo all’aria aperta e alterno anche i rapporti sociali, parlo un po’ con i miei genitori, visto che la quarantena la sto passando da loro, e in altri momenti mi rintano in qualche angolo della casa da sola. Tutto questo accompagnato da un sacco di musica ma anche di silenzi.
Qual è la tua paura più grande in questo momento?
Sicuramente la crisi economica, sentire le storie di imprese costrette a chiudere o persone e famiglie che stanno facendo la fame è davvero inaccettabile. Per il resto ringrazio di essere davvero molto positiva e di vedere il bicchiere sempre mezzo pieno fino all’ultimo sorso, voglio credere che tutto si risolverà per il meglio e sapremo trarne anche un beneficio su certi aspetti.
Stai già immaginando un futuro post-Coronavirus?
Sì, me lo immagino con delle nuove tempistiche. Mi sono chiesta se dopo tutto questo le persone saranno davvero disposte a ricominciare i ritmi frenetici, ora che hanno provato cosa significa rispettare quelli del corpo che a mio avviso sono la base per l’equilibrio mentale. Secondo me non sarà più totalmente come prima, ma spero che dopo il trauma iniziale del ricominciare a uscire di casa, saremo in grado di ripensare a questo momento in modo produttivo, traendone ciò che di positivo ci ha insegnato, soprattutto non dare niente per scontato.