
10 sedute che hanno fatto la storia del design italiano Accomodatevi pure
La grande stagione del furniture design italiano potrebbe essere fatta iniziare nel secondo dopoguerra, quando la Triennale di Milano organizzò l’ormai celebre mostra RIMA in cui pionieri del design industriale come Ignazio Gardella, Carlo De Carli, Vico Magistretti e Gabriele Mucchi introdussero per la prima volta al grande pubblico l’idea di un arredamento riproducibile in serie, razionalistico nel suo utilizzo degli spazi e finalmente lontano dal pesante mobilio ottocentesco. Una stagione che vide una continua crescita nel corso dei vent’anni successivi e che culminò fra la fine degli anni ’50 e l’inizio degli anni ’70 con la produzione di arredi che sono rimasti iconici ancora oggi. Una delle categorie più importanti del design industriale italiano furono le sedute, che nel corso degli anni andarono evolvendosi dalle reinterpretazioni ultra-moderne della classica sedia di legno come la leggendaria Superleggera di Gio Ponti, fino ai modelli più elaborati e concettuali che Ettore Sottsass firmò nei tardi anni ’80.
Per esplorare meglio questo immenso mondo e i suoi protagonisti, ecco di seguito una lista delle 10 sedute che hanno fatto la storia del design italiano.
1. Gio Ponti – Superleggera (1957)
Se la grandissima parte delle sedute più celebri del design italiano nasce con in mente la produzione industriale di massa, questa sedia di Ettore Sottsass parte dal lato opposto: lo stesso Met Museum nel descrivere la seduta nella propria didascalia esordisce scrivendo che «l'onestà con cui Sottsass progettò e disegnava questo lavoro a una clientela di lusso poteva essere vista come antitetica all'etica democratica del modernismo basata sulla produzione di massal». A differenza delle opere prodotte nella stagione del Memphis Group, questa sedia non possiede colorazioni squillanti, ma conserva quell’attenzione per le forme geometriche elementari che ha distinto da sempre il lavoro di Sottsass.