
I magazine di moda hanno riscoperto la black art Come la moda è tornata a esplorare uno dei settori più trascurati dell’arte contemporanea
Entrambe le edizioni americane di settembre di Vogue e Vanity Fair hanno in cover dipinti realizzati da artisti/e afroamericani/e. È la prima volta che succede - nonché una delle pochissime volte che Vogue affida la sua cover all’arte (nei rari casi precedenti sono stati coinvolti artisti come Dalì o de Chirico) - e il fatto che accada praticamente in contemporanea racconta di un trend in atto ormai da qualche tempo: il mondo della moda si è finalmente accorto della black art.
Il riflettore che le superstar come Beyoncé o lo stesso Virgil Abloh negli anni passati hanno acceso sul mondo della black art sono state funzionali a far sì che il resto del mondo tendesse a dare attenzione al fenomeno, che si è visto poi esplodere a seguito del peculiare momento storico che il mondo della moda attraversa, intento a fare i conti da una parte con gli effetti di una pandemia che promette di stravolgerne per sempre i canoni e dall’altra con l’endemica mancanza di diversity che gli viene imputata. I media in questo senso si inseriscono all’interno della discussione, celebrando la black art in maniera funzionale al racconto dell’attualità, provando a legittimarne l’importanza attraverso due numeri molto moderni che potrebbero allo stesso tempo diventare storici.