Night Fever: la cultura del clubbing dal 1960 ad oggi Una mostra al Centro Pecci di Prato esplora l'architettura dei club

I locali notturni e le discoteche sono stati epicentri di cultura contemporanea. Nel corso del ventesimo secolo hanno messo in discussione i codici prestabiliti del divertimento e dello stare insieme e hanno permesso di sperimentare stili di vita alternativi. Al loro interno si incontrano le manifestazioni più d’avanguardia del design, della grafica e della moda, luci, suoni e effetti speciali per creare un moderno Gesamtkunstwerk

Il Centro per l'Arte Contemporanea Luigi Pecci di Prato ha deciso di intraprendere un viaggio attraverso la club culture di ieri e oggi, in una retrospettiva prodotta dal Vitra Design Museum e ADAM – Brussels Design Museum, che arriva al Pecci come unica sede italiana. Night Fever. Designing Club Culture 1960 – Today esamina la storia del clubbing, con esempi che vanno dai locali notturni italiani degli anni Sessanta creati dai membri del gruppo dei Radicali al leggendario Studio 54 di Ian Schrager a New York (1977-80); da Les Bains Douches di Philippe Starck a Parigi (1978) al più recente Double Club di Londra (2008), ideato dall'artista tedesco Carsten Höller per la Fondazione Prada.

Intanto, nei club londinesi come Blitz e Taboo, con i New Romantics nacquero un nuovo stile musica e una nuova moda. Tra i clienti più affezionati vi erano i gestori del Kinky Gerlinky, Michael e Gerlinde Costiff, e la stilista Vivienne Westwood. A Manchester l’architetto e designer Ben Kelly progettò una cattedrale del rave postindustriale, Haçienda (1982), cofinanziato, tra l’altro, dalla band britannica New Order. Da qui l’acid house, un sottogenere della musica house, partì alla conquista della Gran Bretagna. House e techno, nate nei club di Chicago e Detroit, possono essere indicati come gli ultimi due grandi movimenti della dance music, che hanno caratterizzato un’intera generazione di club e raver. Lo stesso vale anche per la scena berlinese dei primi anni Novanta, dove discoteche come Tresor (1991) diedero nuova vita a spazi abbandonati e deteriorati, scoperti dopo la caduta del muro. Anche il Berghain, aperto nel 2004 in una vecchia centrale termoelettrica, dimostra che una scena disco vivace si sviluppa soprattutto dove ci sono gli spazi urbani necessari.

Dagli anni 2000, lo sviluppo della club culture si è fatto più complesso: da un lato è in forte ripresa e in continua espansione, appropriata da marchi e festival di musica globali, dall’altro, molti club sono spinti fuori dai contesti urbani o sopravvivono come tristi monumenti di un passato edonistico. 

A completare la struttura cronologica della mostra troviamo un’installazione musicale e luminosa, una silent disco che catapulta i visitatori nella movimentata storia della club culture. Una raccolta selezionata di copertine di dischi, tra cui i disegni di Peter Saville per Factory Records o la copertina programmatica dell’album Nightclubbing di Grace Jones, sottolinea infine le importanti relazioni tra musica e grafica nella storia delle discoteche dal 1960 a oggi.

NIGHT FEVER. DESIGNING CLUB CULTURE 1960 – TODAY una mostra di Vitra Design Museum e ADAM – Brussels Design Museum. Dal 07.06 al 06.10.2019 presso il Centro per l'Arte Contemporanea Luigi Pecci, Viale della Repubblica 277, 59100, Prato.