
6 installazioni da vedere in giro per Milano Le opere che non dovete perdervi della Design Week 2019: dai Dazi di Porta Venezia alla controversa poltrona di Pesce
La Design Week ha trasformato Milano in una sorta di museo a cielo aperto. Passeggiare per le strade della città significa in questi giorni respirare arte e godere delle tante installazioni sparse tra i vari quartieri. Da Brera a piazza Duomo, da 5Vie a Porta Venezia le opere disponibili sono così tante che è difficile scegliere quale visitare. nss ve ne suggerisce 6 che non dovete assolutamente perdervi.
"A friend" by Ibrahim Mahama
Dove: Caselli Daziari di Porta Venezia - Piazza Guglielmo Oberdan, Milano 2
Il ghanese Ibrahim Mahama è l’autore della mega installazione a Porta Venezia A Friend. Ingaggiato dalla Fondazione Trussardi, l’artista ha avvolto gli imponenti Caselli Daziari con sacchi di juta, un modo per far riflettere su temi importanti come la migrazione, la globalizzazione, la circolazione delle merci e delle persone attraverso i confini e le nazioni. I sacchi di juta vengono fabbricati in Asia, importati in Africa per il trasporto su scala internazionale di merci di vario genere e poi strappati, rattoppati. Queste loro ricuciture sono il simbolo di conflitti e drammi che da secoli si consumano all’ombra dell’economia globale. Mahama spiega che ognuno di essi
“racconta delle mani che l’hanno sollevato, come dei prodotti che ha portato con sé, tra porti, magazzini, mercati e città. Le condizioni delle persone vi restano imprigionate. E lo stesso accade ai luoghi che attraversa”.
A Friend resterà visibile da martedì 2 a domenica 14 aprile 2019 per maggiori info visitate il sito della Fondazione Trussardi.
“Echo Pavilion” by Pezo von Ellrichshausen
Dove: Corte d’Onore di Palazzo Litta, corso Magenta 24
La Corte d’Onore di Palazzo Litta ospita Echo: il padiglione scultura realizzato Pezo von Ellrichshausen. L’opera, concepita come permanente, è un monolite composto da due volumi sovrapposti, un cubo accessibile e una piramide rovesciata aperta verso l’alto. Rivestita di specchi, la struttura riflette all'esterno il colonnato barocco, mentre, all’interno, svela una porzione di cielo, isolando l’elemento naturale dal contesto della città. Lo studio di architettura cileno fondato nel 2002 da Mauricio Pezo e Sofia von Ellrichshausen ha spiegato in un’intervista:
“Questo oggetto può essere inteso come una lente d'ingrandimento con due opposti effetti: l'esterno, rivestito in acciaio inox lucidato, riflette l'architettura storica in cui si trova, mentre l'interno, con la struttura a griglia dei muri, ricca di trame e ombre, nega l'ambiente circostante e attrae l'attenzione verso il cielo aperto. In questo modo il padiglione oscilla tra apparenza, riproduzione e scomparsa”.
“Revealed” by Alex Chinneck
Dove: Spazio Quattrocento, Opificio 31, via Tortona 31
RoBOTL è l’esempio di come con il riciclo elementi inquinanti possano venire trasformati in qualcosa di significativo. Questo supereroe alto circa 6 metri è, infatti, realizzato con elementi riciclabili e smaltibili, principalmente con bottiglie di plastica (più di 8000 solo per realizzare la skin) e da materiali provenienti dall’industria del design. Al fianco dell’opera troviamo la RoBOTL RECYCLING STATION, creata in collaborazione con Precious Plastic, la global community lanciata nel 2013 da Dave Hakkens con l’obiettivo di trovare soluzioni per ridurre l’inquinamento dovuto alla plastica. Qui è possibile partecipare ai workshop educativi sui meccanismi del riciclo e creare insieme i “Robotl Medaillon”, dei portachiavi gadget per il pubblico che riprendono il ciondolo simbolo del Supereoe. Il progetto ideato dallo studio Giò Forma insieme a Timberland è anche l’occasione per lanciare in anteprima la nuova collezione footwear ReBOTL del brand, che prende il nome dalla tecnologia utilizzata per la tomaia e i cui modelli contengono ognuno il 50% di PET riciclato.