
Un giorno nell'arte di Concetto Pozzati Il 1 dicembre Bologna ricorda "il corsaro della pittura"
Ci sono artisti (ma vale anche per le persone) così importanti che, a volte, anche solo per un attimo, è bello dimenticarsene. Giusto il tempo di un lungo respiro. Abbastanza per incontrarli di nuovo come fosse la prima volta. Lasciare che, improvvisamente, un piccolo dettaglio li riporti alla memoria, investendoti di emozioni tali da farti sentire come quando ti sei innamorato di loro per la prima volta. È questo il regalo che riceverà chi, sabato 1 dicembre 2018, si troverà in giro per Bologna, a ripercorrere le tracce, le opere e la vita di Concetto Pozzati. Non una data a caso, ma il giorno in cui ricorre la sua nascita, che, a poco più di un anno dalla sua scomparsa, offre l’occasione di respirare la sua essenza, ammirandone il lavoro e ascoltando pezzi di vita dell’artista che ha fatto nascere la pop art in Italia grazie a quadri iconici come Pera. A scandire il ritmo di questo “Pozzati day” sono tre luoghi per lui significativi: il MAMbo (Museo d’Arte Moderna di Bologna), l’Accademia di Belle Arti, e la Galleria de’ Foscherari.
Tra tutte queste occasioni speciali per immergersi nel mondo di quello che è stato definito “il corsaro della pittura”, la prima sarà alle 12:00 presso la Biblioteca Emeroteca del MAMbo. Qui verrà inaugurato il Fondo Concetto Pozzati, una nuova sala dedicata interamente alla raccolta di circa 4000 volumi tra cataloghi d'arte e saggi, scelti e collezionati dall'artista nell’arco della sua vita, donato al MAMbo dai figli del’uomo, Maura e Jacopo Pozzati, e reso così accessibile al pubblico. Sono queste le tappe di un giorno unico, l’occasione per scoprire una persona e personalità gigante dell’arte internazionale che descriveva il suo lavoro con queste parole:
“Vengo dall’informale, poi ho tentato di modificare macchie e corrosioni, muri e stratificazioni in fantasmi organici. Figuralità, dicevano e non (nuova) figurazione. Rendere cosa il fantasma e fantasma la cosa. Tutto era fantasma tutto era cosa-figura ma tutto era presentato mai rappresentato”.