
Cos’è il touristcore? Un estetica che racconta l’importanza del viaggio con ironia e nostalgia
Goffi, trafelati, mal vestiti – così nel 1988 l’artista Duane Hanson rappresentava, in una serie di sculture iperrealistiche, lo stereotipo del turista. I loro abiti chiassosi, che sacrificavano l’estetica alla praticità, erano per la sua epoca la massima espressione di un gusto kitsch che, negli anni del turismo di massa, delle visite guidate e delle fotocamere appese al collo come gioielli, l’artista utilizzava come critica alla società dei consumi. Ma quella stessa “estetica del turista” che Hanson, ma anche un fotografo come l’inglese Martin Parr, aveva catturato con così tanta precisione e ironia quaranta anni fa, fatta di capi oversize, pattern vivaci e massimalisti, sneaker e pantaloncini cargo, ha assunto nuovi significati culturali. In tempi recenti, grazie all’ascesa dello streetwear e alla de-formalizzazione dei codici di abbigliamento in chiave ironica, un larghissimo shift estetico spesso denominato “estetica del brutto” ha avuto luogo e, con i nuovi significati che la dimensione del viaggio assumerà nel mondo post-pandemia, si prepara a emergere come uno stile a sé stante che potremmo definire, in mancanza di un termine migliore, il touristcore.
Prima della pandemia, infatti, il mondo del viaggio rappresentava un settore culturale a sé stante ma rimaneva sempre afferente a una dimensione di lusso che oggi è decisamente antiquata. Viaggio e turismo, però, sono stati reinterpretati nel 2020, anno di chiusure e di smartworking, in una chiave escapistica e naturalistica con il trend del gorpcore – quello che ha cioè trasportato l’estetica dell’alpinismo e dell’hiking dentro la moda, spianando la strada all’ingresso del mondo utility in quello del lusso. La recente capsule di Gucci x The North Face e l’enorme popolarità virale di Arc’teryx negli inner sanctum delle comunità fashion sono solo due dei migliori esempi avuti lo scorso anno di una nuova categoria estetica di cui il touristcore potrebbe rappresentare il prossimo passo. Se infatti il mondo del turismo e quello del lusso sono in stretta comunicazione sin da quando Louis Vuitton confezionò la sua prima valigia, il mondo street e quello del turismo raccontano i gusti di una società massificata e più democratica con cui il nuovo concetto di lusso che ha caratterizzato la moda degli ultimi anni flirta già anni.