Come Virgil Abloh rivoluzionerà gli show di Louis Vuitton Un nuovo modello che prevede sfilate in giro per il mondo e collezioni season less

C’è stato un periodo, coinciso con la prima fase di riapertura in Italia, in cui numerose case di moda, Gucci in testa, hanno annunciato epocali cambiamenti nei calendari degli show e nelle loro politiche produttive – cambiamenti che hanno accentuato l’impressione di completo caos che regna nel mondo della moda. In mezzo a tutto il fervore riformista, il silenzio dei brand del gruppo LVMH era apparso significativo: ma quel silenzio ora si è concluso.

Michael Burke e Virgil Abloh, rispettivamente CEO e creative director di Louis Vuitton, hanno annunciato in una lunga conferenza stampa una serie di sostanziali cambiamenti che coinvolgeranno la schedule e le modalità con cui il brand presenterà le proprie collezioni e che potrebbe condizionare, in un trickle-down effect, tutte le precedenti tradizioni del fashion system. 

L’evento di Shanghai, ad esempio, sarà organizzato dalla divisione cinese del brand in collaborazione con Virgil Abloh, e dato che il team che lo organizzerà e produrrà sarà cinese, con un casting di modelli cinesi, il nuovo format della sfilata itinerante sarà assai più site-specific e inclusivo rispetto al passato: la sfilata di Shangai, ad esempio, sarà ritagliata addosso alle esigenze e alle aspettative del mercato cinese, così come quella di Tokyo sarà progettata interamente dal team giapponese e così via. «Una maniera molto più moderna di lavorare», ha commentato Burke. 

Ci saranno anche delle novità sul piano del design. Lo show di Shangai presenterà nuovi look realizzati in materiali riciclati, look rivisitati della collezione Autunno-Inverno 2020, look liberamente creati dallo studio durante il lockdown, utilizzando materiale riciclato, e nuovi look creati da idee preesistenti.  Alcuni dei design già esistenti saranno replicati in stoffe diverse e a partire dalle eccedenze di magazzino. Nei nuovi capi verrà anche introdotto un nuovo logo di Louis Vuitton, l’Upcycling Signal Logo – marcando di fatto la sintesi fra estetica e politica di un brand. I cambiamenti che si vedranno saranno anche influenzati dalla maniera in cui la nuova collezione è stata disegnata – ossia digitalmente, tramite video-call fra i membri del team di design. Non è chiaro quali saranno, nella pratica, gli effetti del cambiamento ma, stando a quanto Abloh ha detto, saranno ben visibili: «La collezione è stata disegnata con l’idea di essere trasmessa su migliaia di schermi –e la cosa avrà un effetto sui vestiti». 

E anche se gli effetti del coronavirus e del lockdown hanno costretto a una reinterpretazione dei codici di abbigliamento tradizionali, con una minore enfasi posta sul piano più sartoriale e vistoso degli abiti, Abloh proseguirà il suo progressivo lavoro di ripensamento delle categorie del lusso, insistendo ancora sul concetto di “morte dello streetwear” enunciato per la prima volta alla fine dello scorso anno:

«Voglio invitare l’intera industria a non focalizzarsi solo su abiti facili da vendere e che funzionano commercialmente. La collezione con Nigo è stata l’esempio perfetto. Abbiamo creato una collezione sartoriale ma pratica. Non completi che potresti vedere addosso a tuo padre ma aveva tratti che si spingevano in quella direzione». 

Il brand ha svelato in queste ore uno short movie che funge da preludio alla presentazione ufficiale della collezione SS21 - intitolata Message In A Bottle - e che verrà svelata a Shanghai. I protagonisti del corto, Zoooom with Friends, arrivano a Parigi per cinque intensissimi giorni, navigando lungo la Senna lasciando dietro di sé una traccia arcobaleno a colorare il cielo della città francese. Il video, diretto dallo stesso Abloh, animato da Reggie Know, e con una colonna sonora curata da Stephen “Thundercat” Bruner, Terrace Martine e Kamasi Washington, è un divertente, onirico e a tratti psichedelico tuffo in un immaginario popolato da icone e simboli della Maison, che riesce ad unire reale e virtuale in modo inedito.