
Quando il Y2K diventa brutale I brand emergenti che hanno cavalcato l'estetica degli anni '0
Dai butterfly top di Nicola Brognano per Blumarine alle mini skirt DIY di Miuccia Prada per Miu Miu, il revival Y2K della SS21 sembrava un trend gradevole ma destinato a scomparire. Gonne inguinali e vita bassa sembravano un incubo troppo vivido per rientrare nel nostro quotidiano in modo così sfacciato, eppure, ad un anno di distanza possiamo dire che i 2000 sono più vivi che mai. Sarà stato il proibizionismo pandemico a farci desiderare tutto ciò che trasuda sesso e dissolutezza o forse il minimalismo stucchevole degli ultimi anni, fatto sta che lo stile Y2K non solo è il preferito del momento per it girl e celebrity, ma ha raggiunto uno stadio successivo, è diventato brutal. Una pletora di brand emergenti hanno invaso la scena cavalcando l'onda Y2K, ma in chiave moderna, se non futuristica. Subversive basics, DIY, avant apocalypse e una massiccia dose di surrealismo, oltre che, naturalmente i modelli iconici degli anni del Millenium Bug, sono gli ingredienti chiave dell'estetica massimalista di questi brand che noi amiamo definire, per citare un'espressione di Olivia Palermo, "brutal" y2k.
DI DU
La designer @lizakeane_ ha esplorato l'idea dell’abito come armatura tramite un approccio quasi scultoreo, in cui i volumi ricalcano il corpo e lo rivelano nonostante il tessuto. Dal Freudian Slip o il miniabito Negative - indossato da FKA agli NME Awards - i capi fungono da "seconda pelle” in grado di liberare chi li indossa delle inibizioni tramite una sensibilità erotica primordiale, mantenendo allo stesso tempo un senso di elusività e privacy. Stampe effetto nudo e abiti sculturei, ma anche pantaloni che ricalcano le zampe di un centauro e top in colla vinilica, un universo fantastico dalle tinte goth.