
Con Raffaella Carrà se n’è andata l’ultima icona pop della musica italiana Più una pioniera culturale che una semplice intrattenitrice
Raffaella Carrà faceva parte della vita di tutti: chi era giovane quando c’erano ancora le tv in bianco e nero e Canzonissima ’70 la ricorderà in minigonna, a scandalizzare le signore per bene di allora; chi invece è cresciuto fra gli ’80 e i ’90 la ricorderà come quella personalità televisiva sempre elegante, dall’immutabile frangia liscia e bionda, decisamente più matura ma già consacrata nel pantheon della cultura pop italiana. Dai primi 2000 in poi la sua presenza si è fatta più rarefatta ma anche più pervasiva: le sue canzoni erano già filtrate così in profondità nel repertorio classico della musica italiana che erano diventate un classico multi-generazionale ascoltato praticamente da tutti, un must delle playlist più nostalgiche dentro e fuori le discoteche dove sopravvivono ancora oggi brani come Ballo Ballo, A far l’amore comincia tu, Tuca Tuca e Tanti Auguri.
Ciò che sorprende di più, considerando la sua carriera stellare, è la maniera in cui la Carrà ha saputo giocare dentro e fuori gli schemi riscrivendo ogni regola pensabile dell’entertainement, passando da essere una pioniera femminista e un’icona LGBT al ruolo di pop star internazionale, trasformandosi poi nel volto più celebre della televisione italiana con una serie immensa di programmi tv condotti da lei in prima persona su cui campeggia il sensazionale successo di Carramba! Che Sorpresa e infine riuscendo a introdursi anche nel mondo dei video virali online, del clubbing e del cinema.