Come Beyoncé ha utilizzato la moda in "Black is King" Il nuovo visual album di Beyoncé è soprattutto un inno alla bellezza nera

Fu Beyoncé a scegliere Tyler Mitchell come fotografo per l’edizione di settembre di Vogue del 2018, rendendo l’allora ventitreenne di Atlanta il primo fotografo afroamericano a scattare una cover di Vogue: «fino a quando non ci sarà un mosaico di prospettive proveniente da etnie diverse dietro l’obiettivo, continueremo ad avere una visione ristretta di com’è il mondo realmente. Quando ho iniziato, 21 anni fa, mi è stato detto che era difficile per me entrare nelle copertine delle riviste perché i neri non vendevano», aveva detto proprio Beyoncé nell’intervista al magazine. 

Beyoncé venne a conoscenza del lavoro di Tyler Mitchell proprio su Instagram, un luogo digitale in cui - come era successo con Twitter per Black Lives Matter - era ed è molto più facile per gli artisti neri evitare i gatekeeper, abbattere le barriere vecchie e arrivare senza alcun tipo di disintermediazione. E’ il processo che anche il critico d’arte Antwuan Sargent ha raccontato nel suo libro “The Black New Vanguard”, dove proprio grazie al ruolo del digitale era riuscito a raccogliere i lavori di artisti e fotografi neri d’avanguardia, o anche quello attraverso cui Kim Jones e Dior hanno deciso di collaborare con l’artista Amoako Boafo per l’ultima collezione della maison. E in questo universo digitale e cross-settoriale che l’arte - e per arte possiamo intendere anche il lavoro di Beyoncé - si avvicina sempre di più alla moda per provare a raccontare gli stilemi di una cultura che diventa sempre più importante e rilevante. Come ha detto Tyler Mitchell in una recente intervista al Times: «la fotografia e le immagini di moda sono un modo interessante di parlare della mia comunità, attraverso l'abbigliamento», proprio come ha fatto Beyoncé in “Black is King”.