Il 2022 segnerà il boom degli allenatori casual? Sono tecnici giovani, idealisti e con voglia di esprimere il proprio stile, seguendo gli insegnamenti di Pep

Se devo scegliere una delle immagini più impattanti dell’ultimo turno di campionato dico Thiago Motta che festeggia con i suoi collaboratori sul campo dello stadio Diego Armando Maradona. Lo Spezia ha vinto 1-0 a Napoli, ma non è tanto per la vittoria dei liguri che mi interessa, quanto per il loro allenatore, Thiago Motta, che con l’etichetta di esonero in fronte è andato a vincere in trasferta contro la seconda in classifica. E lo ha fatto in pieno stile Motta, cioè casual.

Maglioncino dolcevita, skinny jeans, sneakers total black. Un vistoso orologio al polso. Incazzato e urlante per tutta la partita, dopo essersi tolto il parka blu scuro è rimasto con la sua silhouette a camminare su e giù per la panchina, stilisticamente all’opposto del collega Spalletti, coperto dalla tuta sociale del Napoli. 

Un discorso diverso lo merita in Germania Julian Nagelsmann, uno dei tecnici più hipster del mondo che, da quando è al Bayern, ha cambiato stile. O meglio, non si sa più quali siano le sue coordinate estetiche. L'enfant prodige della scuola tattica tedesca passa dal dolce vita di lana alla felpa del club da una domenica all’altra, e magari, il mercoledì in coppa, ti sorprende con un elegante cappotto e le sneakers. Sicuramente Pellegrino Matarazzo, giovane allenatore di origini italiane del Friburgo, ha un codice più rigoroso: look sempre scuro (anche i jeans) e sopra il maglione un’appariscente sciarpa grigia, tendenzialmente super annodata.

Si potrebbe dire che le nuove generazioni di tecnici sono - stilisticamente - tutte figlie di Pep Guardiola, antesignano dello stile casual in panchina con le sue sciarpe e i maglioni a girocollo Stone Island. L’allenatore del City è stato un game changer dello stile a bordo campo, con scelte e gusti molto personali come il lungo Jardigan, nickname del suo cardigan grigio in lana (e che a Manchester è diventato ufficialmente un oggetto di culto). La sua è una strategia: Guardiola ha canonizzato gli outfit come forma di comunicazione verso la squadra e il pubblico. Se ti giochi la finale di Champions League scegli l’alta sartoria per il prestigio dell’appuntamento; se vai in panchina la domenica contro un qualunque avversario, il casual serve ad avvicinarsi alla squadra e a lasciare più libertà nelle scelte dei giocatori. A questi livelli nulla è casuale, nemmeno la scelta della cravatta.

Scegliere di andare in panchina con una tuta o un doppiopetto fa la differenza, e se gli allenatori next gen si sentono in questa fase di innovazione e di espressione della personalità lo esprimono così, ciascuno con il proprio maglione, le proprie sneakers e il proprio stile.