Come si crea lo stile di un giocatore NBA? - Part 1 Lo abbiamo chiesto agli stylist di due campioni NBA come Kyle Kuzma e Danny Green

Dopo la mega rissa di Detroit del novembre 2004 passata alla storia come The Malice at The Palace, il compianto commissionar David Stern decise di introdurre il dress code "business casual", un regolamento formale che vietava ai giocatori di indossare "capi spesso associati alla cultura hip-hop e in particolare canotte, jeans, cappelli, do-rag, magliette, grandi gioielli, sneaker e timber boots in stile Timberland" per cercare di tenere sotto controllo l'esuberanza anche stilistica di alcuni giocatori.

In quegli anni la moda gangsta rap era una delle principali fonti di ispirazione per i giocatori NBA e per evitare che il connubio sfociasse di nuovo in atti di violenza in campo, la lega decise di intervenire con norme che regolamentassero anche l'abbigliamento fuori dal campo dei giocatori. Dopo più di 15 anni quelle regole stilistiche sono solo formalmente ancora in vigore, perché la realtà è molto diversa. La trasformazione del tunnel in una passerella è ormai completata e la "sfilata" delle stelle prima delle gare è diventata un appuntamento fisso per tutti: tifosi, addetti ai lavori, brand e anche per la stessa National Basketball Association.  

Sono tanti i giocatori NBA che oggi raccolgono l'eredità del pensiero iversoniano "I want to look in the mirror and say I did it in my way" e l'attenzione che anche i media rivolgono alla componente moda della Lega la dice lunga sul trend che si è sviluppato negli ultimi 10 anni.

Fermarsi alle foto che ogni notte arrivano dall'altra parte dell'oceano equivale a considerare solo la punta dell'iceberg. Abbiamo deciso di parlarne con chi è alla base dei percorsi creativi ed estetici, con quattro stylist che curano l'immagine di diversi giocatori NBA.
La prima parte è dedicata a Kyle Kuzma, Danny Green e ai loro rispettivi stylist: Toreno Winn e London Wilmot

 

Kyle Kuzma

Alla quarta stagione NBA lo stile di Kyle Kuzma è inversamente proporzionale all'andamento dei suoi numeri in campo, con il primo che acquista valore con il passare del tempo e con i secondi che stanno subendo un calo fisiologico dopo l'arrivo di LeBron James e Anthony Davis. Ma in questa stagione è uno dei giocatori della new wave che meglio interpreta il tunnel dello Staples Center, un trend che per Toreno Winn ha pochi ma ben rintracciabili padri fondatori:

"Se torniamo indietro, pochi giocatori concepivano già in questo modo il tunnel: Dennis Rodman, Allen Iverson, Magic, MJ e pochi altri, mentre ora nessuno vuole essere beccato con un outfit fuori posto".

Capire lo stile NBA dall'interno aiuta a comprendere la vastità del fenomeno, l'importanza della passerella pre-partita e lo switch da atleti a modelli che rende oggi speciali tanti giocatori. Le testimonianze di due "attori non protagonisti" come Toreno Winn e London Wilmot mostrano un'altra faccia della medaglia, quella di chi lavora nell'ombra e vive il mondo della moda al 100%.

Qui, per gara 2, con altri due stylist NBA. Appuntamento a venerdì prossimo.