
Cosa c'è dietro il nuovo blu dell'Inter? Distintività di un nuovo colore o un omaggio a Yves Klein
Il rebranding dell'Inter, curato dallo studio di design Bureau Borsche, ha portato con sé una quantità molte novità: nuova sigla, nuova struttura, nuovo claim ma soprattutto nuovi colori. Di "nerazzurro" è rimasto ben poco, perché l’azzurro che utilizzava l'attuale capolista della Serie A si è letteralmente trasformato in una tonalità molto più scura e più vicina al blu notte. A livello cromatico, quindi, quello che negli anni è stato un Pantone 2196 C è diventato un Pantone 286 C - scelto tra una selezione di più di 300 loghi.
La realizzazione del nuovo logo ha richiesto un team di 12 persone e un anno intero per portare a termine un progetto che lancia l'Inter - e il brand che ha creato in questi anni - in una dimensione diversa, densa di tradizione e futuristica allo stesso tempo.
L'Inter dovrà ridisegnare tutto il suo mondo, a partire dal sito fino ai social, ridipingendo tutto ciò che un tempo era "nerazzurro" in "neroblu". E se questa nuova tipologia di colore vi porta qualche fastidio, è abbastanza naturale: l’IKB e il nero non sono fatti per essere insieme, perché l’accostamento crea una chiara alterazione della tridimensionalità. Anche nell'ambito moda, i due colori fanno fatica a coesistere per chiare ragioni di abbinamento.
Ma è proprio dalla moda che, forse, l’Inter prova a trarre ispirazione. Lo scenario "esagerato" su cui si interroga Alberto Mariani si basa sulla distintività del colore. Nell'idea del graphic designer, l'Inter starebbe provando a dipingere l’immaginario dei suoi milioni di tifosi attraverso un colore unico, come il rosso per la moda. Saranno i risultati della conversione cromatica a svelare il vero obiettivo dell'Inter e l'efficacia delle sue scelte audaci.