5 restyling riusciti degli stadi da calcio Uno per ogni grande campionato d'Europa (più uno)

Il caso dello stadio Franchi ha coinvolto tutti. Politici, manager, tifosi, architetti. Praticamente, ha attirato in un dibattito pubblico tanti personaggi sociali, perché, in effetti, è un discorso che ha più significati. Si tratta di decidere cosa fare con una struttura significativa, bella e storica, ma anche vecchia, pericolosa, e poco fruttuosa. Per questo, da una parte, c'è chi ha spinto per il suo abbattimento, mentre dall'altra, chi ha organizzato conferenze e petizioni per impedirne la dimessa. Ma il restyling è davvero la soluzione migliore in questi casi?

Antonio Cunazza, direttore della rivista online Archistadia, spiega che "La chiave di lettura generale è che, dove possibile, cercare di rinnovare lo stadio (anche trasformandolo) dev'essere una delle priorità. La parola d'ordine sono convinto sia 'trasformazione', che non esclude cancellare/rifare, ma non lo pone nemmeno come prima o unica scelta". E continua: "Il caso del Vélodrome di Marsiglia è un paradigma di questo approccio, essendo rinato da sé stesso per ben 4 volte nella sua storia, ma sempre in linea con il suo passato. Ma restyling può voler dire anche costante rinnovamento, come per gli stadi inglesi: pensiamo a Old Trafford, Anfield, Villa Park, tutti continuamente ampliati, e in parte ricostruiti, e sempre con step migliorativi e rispettosi dell'identità del luogo".

 

1 - Dacia Arena, Italia (Udinese Calcio)

Fin dal passato, oltre a Zico, una cosa aveva reso celebre l'Udinese e le sue partite casalinghe: l'arco dello Stadio Friuli - una curva in cemento armato di 200 metri, per di più percorribile a piedi al suo interno. Costruito nel 1976 su opera degli architetti Giacomuzzi e Parmegiani, il Friuli ha ospitato il periodo d'oro dell'Udinese negli anni Ottanta, i Mondiali di Italia 90, e la fase europea del club dei primi Duemila (quella con Guidolin in panchina). Nel 2014, però, lo stadio ha subito una svolta storica. Tre lati su quattro vengono decostruiti e smantellati, e fino al 2016, l'impianto rimane solo con la tribuna centrale, la più importante, quella con l'arco. Il restyling del Friuli è stato indicativo di come possa essere esteticamente bella e funzionale una modifica parziale, senza per forza condizionare tutta la struttura. Il club - che ha comprato l'impianto rinominandolo Dacia Arena dopo il completamento dei lavori - ha mantenuto la parte architettonicamente più interessante - l'arco ela sua tribuna - e ha rifatto tutti gli altri settori.

Adesso, lo stadio ha ancora quel tratto architettonico e che lo caratterizza da decenni, mentre intorno, è un impianto moderno con seggiolini colorati, illuminazioni al led e servizi inclusi nella parte esterna della struttura. Della serie "come uno stadio inglese".