5 maglie storiche del Venezia FC Da Umbro a Kronos con un'estetica inconfondibile

La maglia del Venezia è una storia. Una storia di ricercatezza e cura dei dettagli. Una storia di cultura, identità, arte e simbolismi. Una storia di armonia cromatica e sperimentazioni per adattarsi al calcio che cambia anche dal punto di vista estetico. La nuova estetica che nss sports ha raccontato nella Digital Cover N.01 pubblicata recentemente, in un viaggio di colori, di arte del passato e di ambizioni del futuro impresse negli scatti di Ethan White e nelle parole di Youssef Maleh.

Una storia iniziata negli anni ‘90, durante la scalata ai vertici del calcio italiano, in un’epoca d’oro anche per quanto riguarda lo stile e la creatività, e che continua ancora oggi nonostante siano cambiati giocatori, allenatori, presidenti, categorie, vestibilità. Dalla Serie A ai dilettanti, dallo stile baggy a quello slim fit, il filo conduttore è sempre lo stesso: la maglia. Unica e riconoscibile nel suo richiamare partite e stagioni così lontane eppure così vicine.

Kit “spareggio” 1990/91, Umbro    

Il 16 giugno 1991, al “Dino Manuzzi” di Cesena, il Venezia di Maurizio Zamparini allenato da Alberto Zaccheroni, conquista la Serie B vincendo 2-1 (reti di Zanin e Perrotti) lo spareggio contro il Como. Pierantonio Bosaglia si guadagna il soprannome di “Mitico” parando il rigore di Vincenzi nel finale di una partita giocata con un kit Umbro molto particolare: girocollo bicolore celeste e arancione, i motivi di verde, nero e arancione che riprendono il layout delle divise adidas del Mondiale italiano e che risultano sullo sfondo bianco della maglia così come i numeri in nero planciati alla vecchia maniera. E al centro quell’ “Emmezeta” che diventerà la tipica madeleine anni ‘90 al pari di “Sony”, “Opel” e “Pirelli”. Tutto parte da qui, in campo e fuori.