
I nuovi dress code delle panchine Dal parka di Farke ai maglioni Stone Island di Guardiola: per i tecnici è il momento di una rivoluzione fashionista
Nell’ultima finale di Champions tra Bayern e PSG, Hansi Flick ha scelto uno stile a cavallo fra l’eleganza e la comodità, con pantaloni e polo total blu del club. Ugualmente ha fatto Thomas Tuchel con i capi PSG prodotti in collaborazione con Jordan. Sempre in Champions League è arrivato in semifinale anche il Lipsia di Nagelsmann, tecnico prodigio di 33 anni che in quanto a gusti di moda si è sempre evidenziato. L’allenatore tedesco, per gli outfit scelti, in Germania è un’icona sportiva, tanto che la Bild lo ha definito “l’hipster della Bundesliga”: dal cardigan rosso scelto per la gara di Champions contro il Manchester City (quando allenava l’Hoffenheim) alle camicie a scacchi Ralph Lauren (sempre modello Classic Fit Plaid Poplin) nelle gare tedesche.
L’exploit della moda nel calcio non è più un fenomeno solo dei calciatori: di fronte a migliaia di spettatori e perennemente davanti le telecamere, anche gli allenatori vogliono offrire la loro immagine perfetta, quella che sentono possa rappresentarli al meglio. E ognuno ha il suo stile.
In tutto ciò anche i brand giocano un ruolo nella scelta degli outfit. In Premier League, ad esempio, quest’anno sono andate molto le tute - Klopp docet -, e gli sponsor tecnici hanno avuto molta visibilità grazie agli outfit scelti dai manager - come la tuta sociale adidas di Nuno Espirito Santo. Klopp, appunto, era vestito interamente New Balance: la tuta che utilizzava era un capo notevole anche off the pitch, tanto che le divise e i k-way dell'allenatore tedesco erano diventati modelli iconici del brand americano. New Balance aveva disegnato una signature shoes per Klopp, la NB1 x Jurgen Klopp 990W3, sempre indossate dall’allenatore tedesco a bordo campo. Da un lato, quindi, con le divise sociali i tecnici riescono a stare più comodi, dall’altra, lo sponsor tecnico ci guadagna in visibilità.