
Intervista alla nazionale femminile di Ginnastica Ritmica Le Farfalle Azzurre raccontano la passione per lo sport e l'obiettivo delle Olimpiadi 2021
La Nazionale Italiana di Ginnastica Ritmica “Le Farfalle” è composta da 10 ragazze talentuose, giovanissime e appassionate. La loro vita è scandita da allenamenti per 11 mesi all'anno, da gare, preparazioni atletiche e fisioterapia. Affrontano tutto questo con una passione incredibile, ma soprattutto supportandosi e incoraggiandosi le une con le altre, non solo come una squadra sportiva, ma proprio come sorelle.
La squadra rappresenta l’unicità dell’Italia nel Mondo, ed è composta da ragazze con carattere deciso e tanta ambizione. Pur non avendo ancora lo stesso riscontro mediatico di altri sport, la Ginnastica Ritmica sta diventando sempre più conosciuta e seguita.
Un seguito accresciuto per diversi fattori: prima di tutto grazie ai risultati ottenuti dalla squadra e alla dedizione dell’allenatrice con più medaglie in Italia, la nostra Emanuela Maccarani, in secondo luogo grazie alle Tv e agli sponsor, che portano visibilità a tutto il movimento. Sono davvero contenta che i media stiano raccontando il mondo della ginnastica ritmica con maggiore continuità, in quanto credo che sia una disciplina ricca di spunti sia dal punto di vista tecnico, sia umano. - spiega l'atleta Martina Santandrea.
Come è iniziata la passione per lo sport, e in particolare per la ginnastica ritmica?
Martina Centofanti, 22 anni, Roma
La passione per la Ginnastica Ritmica è sbocciata quasi per caso. Tutte quante, prima di iniziare questo percorso, abbiamo praticato altri sport: io, per esempio, ho iniziato con il nuoto e poi sono passata alla danza classica. Ho scoperto la Ritmica guardando i Mondiali in televisione e da allora la passione non si è più spenta. Per me la passione è la chiave, il motore di una disciplina che ci porta a stare insieme, allenarci e prepararci quotidianamente.
Come si sviluppa una giornata tipo, durante i periodi di allenamento?
Agnese Duranti, 19 anni, Spoleto
Durante l’anno viviamo tutte a Desio. Ogni mattina alle 7 facciamo colazione, dopodiché raggiungiamo la palestra dove iniziamo la sessione di allenamento alle 8.15. Prima affrontiamo il riscaldamento e la preparazione fisica, dedichiamo un’ora e mezza alla danza classica, a seguire la pratica con gli attrezzi. Dopo il pranzo e un'ora di pausa, abbiamo una seconda sessione di allenamento fino alle 18. Per quattro giorni a settimana abbiamo la fisioterapia, e dopo la cena, ognuna di noi si dedica alle proprie passioni.
Come mai si parla ancora poco di questo sport? C'è disparità nel modo in cui sport femminili e maschili vengono raccontati e seguiti, da parte dei media e della società?
Martina Santandrea, 20 anni, Bentivoglio
Credo che, rispetto ad altri sport, esista ancora una forte disparità; ma rispetto al passato la Ginnastica Ritmica sta diventando sempre più conosciuta, lo dimostra la crescita di palestre e di bambine che decidono di approcciarsi a questa disciplina. Questo avviene prima di tutto grazie ai risultati ottenuti dalla squadra e alla dedizione della nostra allenatrice, in secondo luogo grazie alle tv e agli sponsor che portano visibilità.
In un momento di altissima tensione come quello di una gara, che ruolo giocano il make-up e il giusto abbigliamento? Sentirsi a proprio agio può aiutare in qualche modo la performance?
Letizia Cicconcelli, 20 anni, Fabriano
Il make up e uno chignon curati ci fanno sentire più sicure in pedana, e il body è come una seconda pelle. Questi elementi sono molto importanti perché arricchiscono e completano la componente artistica e la narrazione di questa meravigliosa disciplina, interamente dedicata alle donne e alla loro femminilità.
Qual è il consiglio che dareste alle giovani che si approcciano ad uno sport, a livello agonistico e non?
Martina Santandrea, 20 anni, Bentivoglio
Per ottenere risultati in questo sport è necessario mantenere viva la passione. Si tratta di una disciplina che richiede molti sacrifici e un cambio radicale nello stile di vita. Bisogna tenere in conto la possibilità di rinunciare a gite, vacanze estive, feste. Questo sport ti toglie qualcosa per darti in cambio emozioni intense, sensazioni indescrivibili e incomprensibili per chi non lo ha mai praticato. Io, per esempio, all’interno del gruppo sono la sola figlia unica e posso dire che la Ritmica mi ha regalato nove sorelle.
Il Coronavirus ha avuto un fortissimo impatto sul mondo dello sport. Cosa significa allenarsi per un obiettivo così importante come le Olimpiadi, e vedere il proprio sogno rimandato di un anno?
Martina Centofanti, 22 anni, Roma
Indubbiamente il Coronavirus ha avuto un impatto su tutti, compresi noi atleti. Le Olimpiadi sono il frutto e l’obiettivo di un quadriennio di lavoro. In principio, non è stato semplice elaborare la notizia del rinvio dei Giochi al 2021: c’è chi ha reagito bene e chi no. Anche in questo caso essere una squadra ci ha salvate, ci siamo subito messe a tavolino per confrontarci e per trovare gli aspetti positivi di questa svolta inaspettata: avremo più tempo per migliorare e stabilizzare esercizi estremamente complessi e dal valore tecnico molto elevato, ma soprattutto abbiamo davanti un altro anno da passare insieme.