Dov'è nato il design della nuova maglia dell'Inter? Il collettivo Memphis, Ettore Sottsass e la storia delle strisce a zig-zag nerazzurre

La nuova maglia Nike home dell'Inter 2020/2021 è stata motivo di dibattito fin dai primi leaks datati giugno 2019 in cui già si intuiva che sarebbe venuta a mancare la tradizionalità, che per gli interisti è rappresentata dalle strisce - dritte - nerazzurre.

Come abbiamo visto analizzando i trend delle maglie della prossima stagione, la direzione intrapresa dai brand è quella di dare dei riferimenti architettonici e geometrici per la creazione dei nuovi kit. I vari template utilizzati tra il 2013 ed il 2018 non si ripeteranno a breve, sostituiti da un mix di reference che verranno utilizzate senza badare all'identità grafica e cromatica delle squadre, dando invece maggior importanza a dei temi che possono facilitare l'ingresso in nuovi mercati e ad aprire nuovi canali comunicativi, come quello dell'arte e del design.

Criticabile o meno, la discutibile scelta dello zig-zag nerazzurro non è direttamente attribuibile al reparto marketing della squadra milanese, bensì è una decisione presa dai designer di Nike che, visto il successo della maglia - e relativa collezione - della Nigeria versione 2018, han deciso di replicare il format attraverso un approccio preso in prestito dal mondo fashion. 

E' per questo motivo - secondo Alberto Mariani aka Rupertgraphic - che i leak sarebbero diventati un mezzo consapevole utilizzato dai brand per dar tempo all'utente di interiorizzare un cambiamento che altrimenti sarebbe difficile da accettare da un giorno all'altro. Così come il design della nuova maglia dell'Inter: tanto complicata da accettare, quanto probabilmente sarà facile disabituarsi; un destino simile a quello del collettivo Memphis, sciolto nel 1987 perché i suoi membri avevano difficoltà a sostenere il successo dopo che l'hype era svanito.