Maradona, Napoli e la moda inglese Quattro chiacchiere con il fondatore di TRiCKETT England che prende ispirazione dai colori del Napoli e di Napoli

Quando ci si imbatte nei prodotti TRiCKETT England, si ha immediatamente la sensazione che dietro c'è una di quelle storie che meritano di essere raccontate. Del resto, grandi estimatori di Napoli e del Napoli ad Accrington, nella contea di Lancashire, non se ne trovano molti. Eppure Iain Trickett - fondatore del brand di moda inglese - è rimasto folgorato non sulla via di Damasco ma su quella che porta al San Paolo, alla riviera di Chiaia e ai vicoli dei Quartieri Spagnoli. I lavori di Trickett sono chiaramente ispirati dalla cultura partenopea, dai colori di Napoli e dalle storie che rendono la città "inebriante". Abbiamo chiesto a Iain di raccontarci la sua storia d'amore con Napoli, del suo rapporto con la moda e della sua ultima opera, il libro fotografico "Questa è Napoli" in uscita il 2 luglio.

 

Hai sempre sostenuto di essere affascinato dalle diverse culture sportive che spesso diventano fonti di ispirazione. Dove nasce la tua ossessione per Napoli, per il Napoli e perché proprio Napoli?

Penso che lo sport inneschi qualcosa in molti di noi come il brivido della vittoria, l'agonia della sconfitta e tutto il resto. Ho sempre trovato i luoghi e le comunità che rendono lo sport una parte della loro vita quotidiana più attraenti e penso che sia per questo motivo che amo Napoli tanto quanto me. 

La prima volta che ho visitato Sorrento, sono rimasto colpito da come una città a 40 km da Napoli e le persone che vedevo in centro potessero essere ossessionate dalla squadra. Andavo in giro e tutte le persone avevano qualcosa con la famosa "N" del Napoli, vedevo immagini di Maradona ovunque, maglie delle stagioni passate e tutto questo in quella che è fondamentalmente una "trappola" per turisti. Dopo aver visto tutto ciò, ho deciso di scoprire perché la gente amava il Napoli tanto quanto loro stessi. Sono ancora oggi stupito da ciò che trovo e da ciò che la gente del luogo dice e racconta. Le personalità, la cultura, la squadra di calcio, la religione, l'arte, la musica: è tutto inebriante. Come diceva Pino Daniele "Napul'è mille culure" e voglio vederli tutti.

Ph: Ciro Pipoli
Ph: Ciro Pipoli
Ph: Ciro Pipoli
Ph: Ciro Pipoli
Ph: Ciro Pipoli
Ph: Ciro Pipoli
Ph: Ciro Pipoli
Ph: Ciro Pipoli
Ph: Ciro Pipoli
Ph: Ciro Pipoli
Ph: Ciro Pipoli
Ph: Ciro Pipoli
Ph: Ciro Pipoli
Ph: Ciro Pipoli
Ph: Ciro Pipoli
Ph: Ciro Pipoli
Ph: Ciro Pipoli


Parliamo di "Questa è Napoli", il libro fotografico in uscita il 2 luglio che racconta un luogo sacro di Napoli come i Quartieri Spagnoli e i personaggi che li abitano. Cosa hanno di speciale per te luoghi, persone e panorami artistici di quella zona di Napoli?

I Quartieri Spagnoli hanno la reputazione di essere un luogo pericoloso e misterioso in cui puoi entrare solo se conosci molto bene Napoli o solo per farti rapinare o ammazzare. La realtà è molto diversa: è un posto vibrante, colorato e bellissimo, pieno di persone e posti meravigliosi. Appena 2 giorni fa ho ricevuto un'email da un cliente che mi chiedeva se fosse sicuro per i turisti recarsi a Napoli, cosa che trovo davvero scioccante. Il libro è stato creato per mostrare Napoli in tutto il suo splendore, per incoraggiare le persone ad andare a vedere la bellezza della città e delle zone circostanti.

Napoli è l'unico posto al di fuori della mia città natale di Accrington dove la mia anima si è sentita a casa. I due posti non potrebbero essere più diversi, ma le convinzioni fondamentali dei due luoghi sono quasi esattamente le stesse: identità, famiglia e duro lavoro. Mi sembra sempre di essere attratto da luoghi che non si piegano alle mode del tempo e rimangono molto fedeli a se stessi. La gentrificazione è qualcosa che sta investendo tutto il mondo ma Napoli sembra resistere. Questo è un altro motivo per amare questo posto: rimane sempre fedele a se stesso.

Ammetto che una città all'ombra di un vulcano non è necessariamente per tutti, ma quando stavo cercando un posto da chiamare casa, Napoli mi ha dato il benvenuto, mi ha preparato il caffè, mi ha dato la sua squadra di calcio e non ha chiesto nulla in cambio. Il denaro derivante dalla vendita dei libri andrà anche a enti di beneficenza di Napoli che curano la manutenzione delle opere d'arte di strada della comunità del Rione Sanità, davvero un piccolo gesto di restituire a Napoli quello che mi dà. Sarò sempre grato per quello che mi hanno dato i figli e le figlie del Vesuvio e spero solo che il libro dia loro un'idea di quanto significhino per me. FORZA NAPOLI SEMPRE.